Verona: Sevizie a figlio autistico e botte alla compagna, allontanato da casa

All’origine di tutto forse c’era quella malattia, l’autismo del figlio. E quel padre debole è diventato un padre cattivo perchè non perdonava alla compagna di aver messo al mondo un bambino malato e non perdonava a sè stesso di averlo generato. Così si accaniva contro di lei con violenze fisiche procurandole anche lesioni gravi. E contro quell’incolpevole figlio, che invece proprio per la paura si richiudeva ancora di più in sè stesso aggravando il suo stato di salute.
Era nato nel 2000 il piccolo. Ma è stato nel 2003 che la malattia ha iniziato a manifestarsi tremenda, senza possibilità di appello. Come spesso accade, quella malattia ha fatto scoppiare la coppia. La donna temeva che il marito avesse anche un’altra relazione e gli stava con il fiato sul collo. Sono iniziati i litigi e poi la situazione è degenerata in tutta la sua violenza, fisica e psicologica.
Sono stati continui i maltrattamenti in famiglia, per questo adesso quell’uomo dovrà stare lontano dalla compagna e dai figli. Ieri pomeriggio la polizia è stata nell’abitazione di famiglia a ritirare un po’ di abbigliamento di effetti personali per portarli nella nuova residenza dell’uomo (dalla madre) che da mesi era comunque una presenza saltuaria nella casa di famiglia.
Ieri mattina, i poliziotti della squadra Mobile di Verona hanno provveduto alla notifica, nei confronti di un 58enne, italiano, dell’ordinanza di «allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento a tutti i luoghi frequentati dalla compagna e dai loro due figli minori»; misura questa emessa dal gip del tribunale Paolo Scotto di Luzio.
Il cinquantottenne, residente in città, marito e padre è ritenuto responsabile, così come emerso dalla indagini, di reiterati maltrattamenti in famiglia e di lesioni, poiché in più di un’occasione, ha picchiato la compagna afferrandola per le braccia, torcendogliele dietro la schiena e dandole ginocchiate alla nuca, cagionandole una prima volta lesioni guaribili in dieci giorni e una seconda volta lesioni giudicate guaribili in un mese, Le violenze sono avvenute spesso davanti agli occhi dei figli terrorizzati. Non si tratta di una famiglia emarginata, nè ci troviamo davanti a un caso di degrado, nemmeno culturale.
L’indagato, deve rispondere del fatto che per anni ha maltrattato anche il figlio di 11 anni affetto da autismo, percuotendolo e imponendogli di fare docce fredde e rovesciandogli in testa bottiglie d’acqua fredda. Nella sua folle cattiveria chissà cosa pensava di ottenere, quali reazioni ipotizzava di ottenere.
A metter fine ai maltrattamenti commessi dalla fine del 2005 al settembre del 2011, i poliziotti della sezione specializzata nel contrasto dei reati in danno di minori. E non è stato facile sentire la testimonianza dei ragazzi. Ci sono stati incontri «protetti» tra la polizia, loro e gli psicologi, ma a fare «testo» è stata la denuncia della donna preoccupata per sè stessa, ma anche per i propri figli costretti a vivere nel terrore, pure la ragazzina che è di qualche anno più giovane del fratello malato.
«Casi simili non sono rari, soprattutto quando si tratta di casi gravi», commenta Tilde Amore, presidente della fondazione Autismo insieme, «non ci sono strutture in grado di dare supporto alle famiglie, le case diventano piccoli manicomi. Per esempio se questo ragazzino avesse bisogno di un ricovero, dove andrebbe? Non potresti metterlo in pediatria, nè in psichiatria. Non ci sono reparti per i pazienti autistici, così pesa tutto sulle famiglie. Il padre che ha sbagliato è giusto che paghi, ma verso di lui serve anche la pietà».A.V.

http://www.larena.it/stories/Cronaca/303650__sevizie_al_figlio_autistico_e_botte_alla_compagna/

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