Chocolate: Zen, una ragazzina autistica combatte senza paura

Un film dedicato ai “bambini speciali”, a tutti quei bimbi che possono essere visti come un problema e che, sorprendentemente, possono celare grandi abilità ma soprattutto essere capaci di infinito amore.E’ così che viene presentato “Chocolate”, un film thailandese in cui una ragazza autistica scopre di avere un’autentica passione per le arti marziali e diventa un’invincibile guerriera, pronta a lottare con le unghie e coi denti per recuperare i soldi necessari a curare la madre, malata di tumore, arrivando a sfidare la yakuza giapponese.

Ritorno sulle scene del talentuoso Pinkaew dopo la (parziale) rottura artistica con Tony Jaa, star tailandese di arti marziali già diretto nei celebri Ong-Bak e The Protector.In Chocolate una ragazzina autistica di nome Zen, è alla ricerca di soldi per pagare le cure alla madre malata di cancro, la quale è a sua volta inseguita da una gang di criminali assetati di vendetta.Un esile pretesto si fa metafora dei disagi sociali di un’intera società: incredibile constatare come, finalmente, sia la trama di fondo a dare spessore ai personaggi e alle situazioni, senza farsi debole pretesto riempitivo tra un combattimento e il successivo. Come paradossalmente avveniva nell’iperpop Spiderman di Sam Raimi, le sequenze narrativamente preparatorie ai futuri confronti con personaggi e situazioni ostili diventano il fulcro stesso dell’opera, quasi a voler sottolineare spavaldamente la profonda differenza prospettica (leggasi autorialità cinematografica) del regista in questione. Non si lesina in autoironia e citazioni cult (la fabbrica di ghiaccio de Il furore della Cina colpisce ancora di Lo Wei, protagonista l’immenso Bruce Lee), ma senza che il risultato finale si trasformi nella baracconata action tanto gradita dall’audience Americana. Sorprendente lo scontro finale, con un antagonista che rielabora senza compromessi l’estetica maudit Europea frammentandola nell’illusoria immortalità di icone horror come Michael Meyers o Jason Vorhees.Pur se imperfetto e poco incisivo dal punto di vista coreografico, Chocolate rappresenta indubbiamente un importante passo avanti della cinematografia tailandese, progressivamente sempre più prossima ad un agognato equilibrio contenutistico, attoriale e narrativo di impareggiabile splendore.
http://www.bizzarrocinema.it/component/option,com_jmovies/task,detail/id,221/

 

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