L’iperattività e il deficit dell’attenzione dei bambini non trovano beneficio dalle terapie farmacologiche. I dati di uno studio statunitense condotto su bambini in età prescolare a cui è stata diagnosticata la sindrome da iperattività e deficit di attenzione, pubblicato su Journal of american academy of child and adolescent psychiatry, mostrano che il trattamento precoce su bambini non ha effetti significativi sulla riduzione dei sintomi: 9 bambini su 10 continuano a manifestare il problema anche molto tempo dopo l’inizio del trattamento. ” La tesi dei colleghi americani conferma che il cervello del bambino in evoluzione ha necessità di un adeguato e sano apporto alimentare, un contesto affettivo positivo e di stimoli ambiental, attenzione al clima, alla temperatura, ai campi eletttromagnetici e molti altri accorgimenti piu’ che di psicofarmaci. L’assunzione di psicofarmaci rischia di modificare il normale sviluppo del cervello fino a produrre diversi disturbi di personalità, che poi vengono classificati come altre malattie da curare, con altri psicofarmaci. Cosi’ la catena della malattia psichica dura in eterno “, ha spiegato Emilia Costa , professore di psichiatria e già titolare della cattedra di psichiatria dell’Università di Roma.
Fonte, Milano Finanza versione cartacea del 26/03/2013
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