Ricerca: L’emigrazione aumenta il rischio di avere bambini con autismo?
Uno studio svedese pare dare una certa rilevanza a questa notizia. L’emigrazione in altri paesi durante la gravidanza incrementerebbe il rischio di avere dei bambini con autismo secondo lo studio svedese pubblicato nella rivista “British Journal of Psychiatry” sotto il titolo “Migration and autism-spectrum disorder: population-based study”. Questo studio ha analizzato 600.000 bambini ( di cui 4952 con autismo) con il proposito di scoprire le tendenze dei movimenti migratori, i paesi di origine e il fatto di avere bambini con autismo. L’incidenza dell’autismo è piu’ alta nella popolazione migrante rispetto alla popolazione svedese. Questo studio ha incluso per la prima volta la maternità e il momento dell’immigrazione come un fattore di rischio.
L’origine delle popolazioni migranti
In alcune conclusioni dello studio si evidenzia l’incremento di probabilità di avere dei figli autistici con importanti deficit intellettuali a causa dell’emigrazione da paesi con un basso sviluppo umano. Già nell’2008 lo studio “Prevalence of autism in children born to Somali parents living in Sweden: a brief report” gettava un dato preoccupante sulla popolazione di origine somala, dove la prevalenza di autismo in questo gruppo era aumentata quattro volte in piu’ rispetto al resto della popolazione. In questo caso in particolare elaborarono un’ ipotesi collegata ad una possibile carenza di vitamina D, perchè nella popolazione somala -di pelle scura- il processo di questa vitamina si realizza lentamente, e l’esposizione al sole in Somalia è maggiore rispetto alle zone nordiche. Altri studi condotti sulla popolazione ispanica negli Stati Uniti parlano di una minore prevalenza di autismo, anche se poi successivamente sono stati scartati, perchè il minore accesso all’assistenza sanitaria da parte della popolazione ispanica limiterebbe l’individuazione delle diagnosi. Oltre ai problemi relativi alla situazione legale, alla lingua, al livello culturale basso e un reddito inferiore. E’ in corso una revisione di questi studi e dei dati precedenti che tendono verso un aumento esponenziale dell’autismo nella popolazione ispanica che vive negli Stati Uniti, anche se è ancora presto per dare cifre definitive, lo studio svedese da le prime prove sull’influenza dell’emigrazione e quindi sui fattori ambientali.
Tuttavia nello studio svedese hanno potuto includere tutti, perchè in Svezia la sanità e l’istruzione sono gratuite ed universali, e la quantità e qualità dei dati ha permesso di elaborare uno studio di maggiore qualità. Del gruppo di 5000 bambini con autismo, 800 sono figli di immigrati. Risalta che i bambini con le madri che emigrarono durante la gravidanza raddoppiano il rischio di avere un autismo con ritardo mentale, conosciuto come autismo severo. Mentre per i bambini con madri che emigrarono molti anni prima di rimanere incinte, il rischio scompare.
Impossibile stabilire un confronto con i dati di prevalenza sull’autismo nei paesi in via di sviluppo (semplicemente non ci sono) non si possono seguire tracciando la pista all’origine, in modo da poter scartare altre cause scatenanti, sebbene questi dati supportano i fattori ambientali come possibili cause scatenanti.
Fonti:
Migration and autism-spectrum disorder: population-based study
Prevalence of autism in children born to Somali parents living in Sweden: a brief report
Prevalencia del autismo en América y la variable latina
Aumenta la prevalencia de los Trastornos del Espectro del Autismo en niños latinos en los EE.UU
Tradotto da Mondo Aspie, articolo tratto da Autismodiario.org