Sindrome di Asperger e lavoro di Beta Tester

Da Rain man in poi, le credenze e convinzioni comuni sull’autismo si sono fatte probabilmente un po’ confuse, dal momento che il personaggio presentato in quel film presentava più che altro i tratti della cosiddetta sindrome di Asperger, che caratterizza persone particolari, insofferenti ad alcune regole sociali consolidate, ma dotate di intelligenza normale, però differente, e magari per certi aspetti superiore, rispetto alle medie aspettative.

Solitamente invece i segni che caratterizzano questa tipologia di disturbi, come i comportamenti anomali del ritiro autistico, le limitatissime capacità espressive soprattutto verbali, la mancanza di interesse per l’interazione sociale con conseguente chiusura e le stereotipie, rendono molto difficile l’integrazione di questi soggetti, che risultano pertanto esposti a un alto rischio di isolamento sociale.
Spesso si ricorre a strumenti informatici, in questo come in altre tipologie di disabilità, per compensare alcune carenze della persona, con un piccolo rischio di ulteriore isolamento, accompagnato però dalla moltiplicazione di opportunità che in alcuni casi poi va ben oltre le esigenze di persone con disabilità; si pensi alle prime ricerche, che portarono all’uso del T9 per la scrittura di SMS, o anche alla diffusione degli strumenti di lettura automatica, che certamente non sono rimasti limitati alle problematiche della dislessia o dei disturbi della vista.
La notizia che arriva dall’Illinois riguarda un peculiare gruppo di beta tester: i loro comportamenti un po’ stravaganti li rendono dei veri e propri personaggi, dal momento che uno di loro non fa che parlare, un altro odia andare in macchina; qualcuno non sopporta sedersi vicino agli altri, qualcun altro non tollera il rumore dell’aspirapolvere. Ma quali specialità li rendono così bravi nel lavoro di beta tester ?

Per fare qualche esempio, l’attenzione ai dettagli e la capacità di ripetere operazioni piuttosto monotone instancabilmente possono bilanciare il fatto che queste persone non amino guardare negli occhi il loro interlocutore, o facciano fatica a stringere la mano al cliente, specialmente se dei dettagli relazionali si occupano altre persone più portate per la vita sociale in genere, e non prive di un giusto tocco di altruismo. L’associazione di cui parla questa notizia porta un nome con diverse sfumature di significato: la parola Aspiritech infatti sembra contenere al suo interno un riferimento alla tecnologia, allo spirito e alla sindrome di Asperger, uno dei disturbi dello spettro autistico che sembra lasciare più possibilità di integrazione, specialmente lavorative, a chi ne è portatore.
L’esempio Aspiritech potrebbe essere ripreso anche dalle nostre parti in forme analoghe, per questa come per altre disabilità, andando un po’ controcorrente rispetto a una tradizione che vede impiegare i più deboli soprattutto in lavori manuali, per i quali possono anche non essere granché portati. Progetti di questo genere, segnalati anche dalla stessa fonte di riferimento, esistono già in Europa, ma forse la creatività nostrana potrebbe aggiungere qualche ulteriore miglioria.

http://programmazione.it/index.php?entity=eitem&idItem=47657

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