
02/03/2013 -I ricercatori della neuropsicologa Isabelle Soulières hanno dimostrato che i bambini autistici sono spesso intellettualmente sottostimati.Quando pensiamo all’autismo, pensiamo al personaggio incarnato da Dustin Hoffman nel film Rain Man, a delle persone che hanno competenze in un settore specifico – matematica, musica oppure le statistiche del baseball – che oltrepassano ogni comprensione. In breve, nell’immaginario collettivo gli autistici hanno spesso delle capacità sovrastimate e abilità sovrumane. Nell’insegnamento la tendenza s’inverte. Nei casi piu’ gravi – 30% dei bambini autistici, alle volte incapaci di comunicare in alcun modo – vengono considerati come dei ritardati mentali. Per Isabelle Soulières, professoressa al Dipartimento di psicologia, i bambini con forme di autismo grave sono intellettualmente sottostimati. ” All’apparenza, questi bambini hanno un livello molto basso, spiega la neuropsicologa, ma non bisogna abbandonare l’idea di far loro apprendere degli insegnamenti accademici “. Questa è la conclusione di uno studio effettuato su una trentina di allievi dai 6 ai 12 anni provenienti da due scuole specializzate nell’insegnamento agli autistici con grosse difficoltà di adattamento. Tutti i bambini selezionati erano considerati sulla base dei test tradizionali come dei ritardati mentali e non parlavano oppure comunicavano poco. ” Spesso, veniamo incolpati di scegliere degli autistici tra i piu’ dotati per dimostrare che sono in grado di svolgere compiti complessi, sottolinea. Questa volta abbiamo fatto il contrario”.
Valutare l’intelligenza
Valutare l’intelligenza dei bambini autistici non è un obbiettivo facile da realizzare . Poichè diversi autistici a basso funzionamento non comunicano verbalmente, una parte dei test è stata scartata. Il test selezionato, delle matrici progressive di Raven, è stato elaborato per delle persone cresciute in un contesto culturale differente. Questo test consiste nel trovare tra le opzioni le risposte che completano la sequenza di forme geometriche presentate. Il tutto è assolutamente logico e non richiede nessuna istruzione.
Problema risolto ? Niente di piu’ falso. Molti bambini autistici, per delle ragioni che ignoriamo, non sono in grado di puntare le opzioni di risposta. Isabelle Soulières ha quindi modificato questo test ed ha creato una specie di puzzle dove bisognava inserire un pezzo dentro un buco. ” E ancora una volta, abbiamo avuto dei problemi, perchè i bambini erano superallenati ad utilizzare tutti i pezzi, quindi tutte le nostre opzioni di risposta per completare il puzzle. Abbiamo dovuto mostrare loro che potevano utilizzare solo un pezzo “, spiega. La neuropsicologa ha anche sottoposto i bambini a dei test di percezione, ambito dove gli autistici hanno performance piu’ alte rispetto alla popolazione normale.
Nel gruppo studiato, i test delle matrici progressive di Raven ha rilevato che il 65% degli autistici generalmente considerati come ritardati mentali hanno delle capacità di risoluzione dei problemi comparabili a quelli di una classe normale. E le note ai test di percezione rinforzano questo risultato: gli allievi dotati per identificare le forme geometriche o le lettere hanno eseguito meglio il test d’intelligenza classico di Raven. ” Questo significa che gli autistici “a basso funzionamento” hanno spesso delle capacità intellettuali normali che non sono in grado di applicare nella loro vita quotidiana ” dice Isabelle Soulères. La neuropsicologa, che redige un articolo scientifico a partire da questi risultati è aiutata da Michelle Dawson, una ricercatrice autistica autodidatta che possiede una conscenza enciclopedica dell’argomento. Isabelle Soulierès gli sottopone le sue analisi in modo che possa trovare i difetti e gli errori di ragionamento.
Stili cognitivi
Dal punto di vista neurologico, la spiegazione tradizionale è che l’autismo sia causato da una sotto-connettività tra i lobi parietali, che sono coinvolti quando tentiamo di rappresentare in modo astratto un’informazione, e il lobo frontale, che permette di testare delle ipotesi. Il corollario di questa teoria implica che piu’ un compito è complesso e richiede una comunicazione tra le due parti del cervello, piu’ gli autistici sono svantaggiati. Ma non è quello che Isabelle Soulières ha constatato nelle sue ricerche. ” A QI uguale, una persona autistica è il 42% piu’ rapida nel test delle matrici di Raven rispetto ad una persona neurotipica “, osserva.
Senza sapere che cosa succede nel cervello delle persone come Michelle Dawson, la professoressa ci tiene a sottolineare che hanno dei punti forti, come il ragionamento logico differente dal resto della popolazione, probabilmente in ragione di una maniera differente di trattare le informazioni che in loro è unica. E’ per questo che tenendo conto di questi stili cognitivi particolari spera di trovare un metodo di insegnamento adatto agli autistici che permetta di vedere al di là del loro carapace.
Fonte Journal L’UQAM, vol. XXXIX, no 14 (2 avril 2013)
Tradotto e riadattato da Mondo Aspie, Fonte Uqam.ca
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