Inaugurata una mostra sorprendente di opere create da un bambino autistico.
Un’esposizione di disegni di un bambino autistico, che con l’arte ha trovato la maniera di esprimersi e dare forma al suo modo di vedere il mondo, si terrà nella capitale tucumana.
La mostra, intitolata “La luce della mia vita” sarà visitabile fino al 1 luglio, nella sala Linare dell’Ente Culturale, gli spettatori potranno apprezzare una selezione di opere di un bambino che dipinge dall’età di tre anni e che ha raggiunto la precisione meticolosa dei vignettisti.
I primi disegni di Oren Domfrocht, 9 anni, partono da immagini che Oren aveva visto alla televisione un anno e mezzo dopo che i medici gli diagnosticarono l’autismo.
Il papà sospetto’ la sua abilità con i pastelli, pennarelli , e penne stilografiche notando le perfette proporzioni dei personaggi che Oren rappresentava.
” Ha visto un pupazzo alla televisione e lo ha disegnato uguale, senza guardarlo di nuovo. Non copia, ricorda”, spiega Manuel Domfrocht, suo padre.
Prima di iniziare un lavoro, questo bambino punta gli occhi al cielo, poi li socchiude, e immagina la sua opera, dopodichè la crea senza pause su un foglio bianco.
Gli animali, sono i suoi soggetti preferiti che riproduce graficamente senza lasciare nulla al caso.
A cinque anni, rappresento’ mediante una sequenza di vignette un pinguino che si scuoteva per asciugarsi, e a otto anni creo’ una variopinta serie di mucche che sembravano fotografie.
La passione per le vignette che rappresentano gli animali nacque qualche tempo dopo, quando suo padre lo porto’ per la prima volta al giardino zoologico, da allora questo rito si ripete piu’ volte l’anno.
Il disegno divento’ il canale di comunicazione per questo bambino che all’età di un anno smise di rispondere alle sollecitazioni del padre, smise di guardarlo e di mangiare.
A quel tempo Oren Jair (nome ebreo che significa “Luce della mia vita”) si nutriva solo di briciole di pane e latte aromatizzato.
All’età di tre anni, quando scoprimmo le sue abilità con i pastelli, incomincio’ a mangiare, mele, banane e patatine fritte nella stessa catena di Fast Food.
A sette anni, quando i suoi disegni diventarono argomento di conversazione a San Miguel di Tucuman, aggiunse alla sua dieta bocconcini di pollo e pasta di pizza della stessa catena di ristorazione rapida.
L’inaspettata carriera nel disegno di questo bambino prodigio, non è dovuta a professori in questa materia. Si, c’erano insegnanti e medici che gli stavano vicino insegnandogli a crescere.
“Non gli abbiamo mai insegnato a disegnare, ha imparato tutto da solo. Un giorno un amico artista, ci disse di non affiancargli nessuno perchè sapeva che sarebbe stato capace di apprendere tutto da solo” , ricorda il padre.
E cosi’ è stato: il suo lavoro si è evoluto in termini di colori, strumenti e tratti, Oren sta perfezionando le sue opere.
Per la crescita di Oren, sono stati fondamentali gli specialisti che lo hanno avuto in cura, la sua sorellina Yael e soprattutto sua madre, Gabriela Borow, che si è commossa fino alle lacrime durante l’inaugurazione della mostra.
All’apertura dell’esposizione era presente il ministro della Salute di Tucuman, Silvia Rojkés de Temkin.
Diego Tarkowski, direttore della scuola di San Martín de Porres , frequentata da Oren ha parlato dell’ iperrealismo che puo’ vivere un bambino autistico e la necessità di entrare nel surrealismo degli altri, per mezzo, ad esempio, del disegno.
Il momento piu’ emozionante della giornata è stato quando sua sorella ha preso in mano il microfono e davanti ad una platea di 200 spettatori ha detto: “Oren ti voglio tanto bene e sono sicura che diventerai famoso.
Tradotto e riadattato da Mondo Aspie, articolo tratto da Telam.com.ar