Mi chiamo Pauline, ho 21 anni, sono una studente e frequento l’Erasmus. Ho un compagno, ma sono poliamorosa. Ho la sindrome di Asperger e sono stata diagnosticata a 14 anni da uno psicologo.
Come hai capito che eri diversa dagli altri ?
Mi ricordo l’estate di quando avevo 6 anni (…) Mi sentivo molto diversa e ho iniziato a soffrire. All’epoca mi fecero fare dei test per il QI (164 ) e mi dissero che ero differente per via della mia intelligenza. Ma c’erano altri ragazzini talentuosi intorno a me, e io mi sentivo diversa anche da loro. Per molto tempo ho avuto l’impressione di essere sola al mondo, ed è stato difficile. Anche adesso, sapere che non c’e’ nessuno come me mi causa dei problemi ( per esempio sono daltonica, sinesteta… ). Per esistere, ho bisogno di sentirmi simile alla gente.
Come hanno fatto i tuoi genitori ad aiutarti ?
Mia mamma, che chiamo Mom, ha sempre percepito la mia diversità. Ha imparato a gestire le mie crisi. Si è trovata in difficoltà a causa del lungo e tormentato divorzio da mio padre (…) Alla fine, siamo molto legate, è piacevole e rassicurante. Se alle 3 del mattino, non mi sento bene, lei sa che si tratta di somatizzazione è non è niente di grave. Posso chiamarla e contare su di lei. Mio padre non sa che sono Asperger, o forse vagamente (…)
Pensi che se avessi saputo prima la tua condizione di autistica sarebbe stato piu’ facile ?
Avrei voluto che avessero preso in considerato il mio modo di imparare differente. (…) Avrei voluto che la mia famiglia, soprattutto i nonni, fossero al corrente della mia condizione. Questo mi avrebbe evitato tutte le punizioni che ho preso sulla base del ” finiscila di fare del cinema “, quando piangevo per via del panico. Probabilmente avrei sofferto di meno e subito meno punizioni ingiuste. Tutte le situazioni ingiuste mi rendono violenta e il mio malessere puo’ durare anche alcuni giorni in cui non sono in grado di uscire dal letto.
Nella tua vita quotidiana l’autismo è un problema ?
Nel quotidiano, è un problema si. (…) Mi integro poco, attualmente sono all’Erasmus e sono cosi’ sola. Gli altri escono, bevono e fanno shopping. Io mangio e sto nella stanza, è un po’ triste. In caso contrario, ho delle crisi di panico, angoscia, di nervi che devo gestire. Sapere di non poter uscire quando la probabilità di avere una crisi è alta, è terribile, ma detesto quando mi accade cio’ in pubblico. Cercare di non picchiare durante una crisi legata alla frustrazione, e tentare di distruggere meno cose possibili…” no, non posso farlo, è troppo duro per me” . Mi vergogno a volte di non riuscire ad entrare da sola dentro un edificio che non conosco… E poi, mi sento come una sorta di batteria. Piu’ vedo esseri umani durante la giornata, piu’ mi stanco in fretta e devo dormire. Dormire 15 ore di fila non è compatibile con i miei studi. Questa è una difficoltà che devo cercare di superare.
E infine, rimpiangi di essere autistica ?
Per niente. Quando vedo la gente “normale”, ho pietà di loro. E’ condiscendente e pretenzioso, ma francamente invidio poco la loro vita. Vivono spesso seguendo delle regole che io sono costretta ad adattare a me. Vivendo a modo mio ho scoperto cose super-appaganti. Non so se questo è chiaro, ma ho l’impressione di essere piu’ libera.
Se dovessi aiutare un autistico oggi, cosa gli consiglieresti ?
Di non cercare di vivere come le persone “normali”, è duro, difficile ed estenuante. Se ci riesci va bene, ma se questo ti rende infelice, allora per favore cerca di adattare il mondo alle tue esigenze. Esistono delle strategie che ti faranno avanzare meglio.(…)
Tradotto e riadattato da Mondo Aspie: fonte, estratti da www.lepetitprinceadit.com