Autismo: La top 10 della ricerca scientifica nel 2012 secondo Autism Speaks
Autism Speaks, associazione di primo piano negli Stati Uniti attiva nel sostegno alla ricerca sull’autismo, pubblica ogni anno la classifica delle 10 ricerche che hanno piu’ contribuito alla conoscenza e alle prospettive di trattamento nell’autismo. Il documento è in inglese, qui indichiamo una lista semplificata:
- La revisione da parte del CDC (Instituto Nationale di sorveglianza Sanitaria negli Stati Uniti) dei tassi di prevalenza dell’autismo in 1 bambino su 88. Il direttore del CDC non ha esitato a pronunciare la parola epidemia per evocare un boom incredibile della prevalenza dei disturbi dello spettro autistico.
- Studi rassicurano sull’impatto del passaggio al DSM-5, alcuni pensano che verranno ristretti troppi i criteri dell’autismo. Secondo prove effettuate sul terreno, il cambiamento dei criteri diagnostici non modificherebbe la prevalenza.
- Il ruolo degli inquinanti ambientali messo in risalto da diversi studi apre infine la strada per riuscire a capire l’incomprensibile aumento dell’autismo nei paesi occidentali.
- Piu’ di 100 alterazioni genetiche identificate, spesso “De Novo” ( non presenti nei genitori ) coinvolte nell’autismo. Questo dimostra la complessità delle relazioni epigenetiche ( nesso tra geni e ambiente ).
- Una relazione comprovata tra deficit immunitari e autismo, a seguito di studi condotti in laboratorio che coinvolgono i virus comuni.
- Molto presto dei marcatori biologici ( tramite imaging a risonanza magnetica della “materia bianca”) per individuare prima possibile i segnali dello sviluppo di un disturbo dello spettro autistico.
- Uno studio, dimostra che un intervento precoce con il metodo l’Earlt Start Denver Model ( combinazione ABA e interazioni con il gioco ) nei bambini con un disturbo dello spettro autistico è particolarmente efficace e consente progressi, perchè migliora le competenze sociali e modifica anche la loro attività cerebrale.
- La “formazione di gruppi di pari” ( figure vicine a persone autistiche, genitori, amici, alunni e studenti ) si dimostra particolarmente efficace nell’inclusione delle persone con autismo.
- I risultati incoraggianti dell’Arbaclofen, testato per ridurre alcuni sintomi della sindrome dell’ X fragile, potrebbero contribuire positivamente anche in altre forme di autismo con ritardo mentale associato.
- E’ evidenziato il ruolo essenziale dei servizi di transizione dall’adolescenza all’età adulta, per evitare delle terribili situazioni sociali e personali.
Articolo originale in Inglese sul sito di Autism Speaks
Tradotto da Mondo Aspie: Fonte, Fondation-autisme.org