C’e’ qualcosa di marcio in Francia ? L’autismo lacaniano

La mamma coccodrillo lacaniana
La mamma coccodrillo lacaniana

E perchè in Italia no ?

Finalmente il primo articolo sulla stampa italiana che parla di quello che sta succedendo in Francia (dopo gli articoli che ho tradotto io in questo sito).

C’è per caso del marcio anche in Francia? Parrebbe di sì, a legger la sentenza con cui, il 26 gennaio scorso, il tribunale di Lille ha condannato Sophie Robert, regista del documentario Le mur – La psychanalyse à l’épreuve de l’autisme, a risarcire per circa 50mila euro tre psicoanalisti intervistati nel filmato, e ha messo al bando l’opera su tutto il territorio francese. Infatti, la decisione non è solo un odioso attacco alla libertà di espressione, condotto con argomenti che offendono la logica e la trasparenza del diritto. Verosimilmente si tratta anche di un atto politico. Perché cade all’inizio dell’anno in cui l’autismo è stato dichiarato dal primo ministro francese «Grande Cause Nationale 2012».
Un modo per prender di petto la questione, dopo la presa d’atto degli scarsi risultati ottenuti con il «Plan autisme 2008- 2010», e dopo l’azione di un gruppo di deputati dell’Assemblea Nazionale, che ha sottoscritto un rapporto dove si dice che i bambini che vengono al mondo con diverse forme di autismo in Francia hanno un destino peggiore che nel resto del mondo civile. Un mondo dove, oggi, si stima che un bambino ogni 110 sia colpito da questo spettro di disturbi.
Già 8 anni fa il Comitato europeo dei diritti sociali e il Consiglio d’Europa denunciarono la Francia perché non forniva ai bambini affetti da autismo e ai loro familiari le migliori cure, visto che nei Paesi anglosassoni e nordeuropei oltre i due terzi di questi bambini frequentano le scuole, mentre in Francia la percentuale è limitata a poco più di un terzo.
Da cosa dipende il ritardo francese? Semplicemente dalla perniciosa influenza, culturale e politica, della psicoanalisi. In modo particolare, degli esponenti di una delle sette psicoanalitiche più insidiose, cioè il lacanismo. 
Il documentario, che riprende nel titolo una famosa raccolta di racconti di Jean-Paul Sartre, è stato prodotto in collaborazione con l’associazione «Autistes sans frontières». Fu proiettato per la prima volta il 7 settembre 2011, e poco più di un mese dopo, tre psicoanalisti intervistati intrapresero una causa legale contro la regista e la casa di produzione, sostenendo che le loro interviste erano state tagliate e quindi manipolate dalla regista.

Operazione mamma coccodrillo
Operazione mamma coccodrillo Geneviève Loison

Lo scopo della Robert è di far luce sul perché in Francia le diagnosi di autismo sono tardive e i trattamenti inadeguati: il che aggrava le sofferenze di pazienti e famiglie. Le 27 interviste raccolte mettono a nudo le insensatezze della psicoanalisi, e quindi la sua dannosità se usata per diagnosticare e trattare un disturbo neurologico con basi genetiche, qual è l’autismo, che dipende da un’organizzazione disfunzionale del cervello che pregiudica lo sviluppo delle capacità di cognizione sociale. La Robert, che è stata ringraziata dal primo ministro francese, cerca di far capire ai francesi, soprattutto ai famigliari dei bambini autistici,  che subiscono anche intimidazioni e ricatti, che l’emergenza autismo dipende dal fatto che tra gli psichiatri di quel Paese persistono assurde idee sulle cause del disturbo.
Ignorando persino i pronunciamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, gli psicoanalisti francesi si ostinano a parlare di una psicosi causata da un’eccessiva freddezza della madre nei confronti del bambino, già in utero e/o dopo la nascita. Con quali prove sostengono questa ridicola tesi? Nessuna. Solo il dogma inventato negli anni Sessanta da discutibili personaggi: si tratti di Lacan, che spiegava l’autismo con il concetto di «madre coccodrillo», invadente e castrante, o di Bettelheim con l’allucinatoria immagine della «fortezza vuota», per definire i bambini autistici, e della «madre frigorifero», per spiegare la malattia riconducendola a un disturbo del rapporto emotivo madre/bambino, all’origine del quale vi sarebbe appunto la «frigidità» materna. E’ evidente…..continua a leggere su 

Il Sole 24 Ore   http://24o.it/kxDdc

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