Sindrome di Asperger: Intervista a Josef Schovanec “L’autismo non deve escludere”

Josef Schovanec

Dottore in Filosofia, collaboratore presso il Municipio di Parigi, ponetegli una domanda qualsiasi  ed otterrete una risposta fiume, brillante e alle volte disarmante (Le Monde).

Avete la sensazione, considerata la vostra situazione attuale che l’autismo sia piu’ capito e accettato dalla società?

Le mie qualifiche, la mia passione per le lingue medio-orientali, il mio posto di consigliere di un assessore del Municipio di Parigi, sono la parte luminosa della mia vita. Ma c’e’ anche il lato oscuro ! Come portatore di sindrome di Asperger, ho passato tutta la mia infanzia seguito da psichiatri e sotto trattamenti chimici. La mia scolarizzazione è trascorsa a balzi….

Mi picchiavano durante le ricreazioni, il mio comportamento non era nella norma ed ho dovuto sviluppare delle strategie mimetiche per cercare d’integrarmi. Anche al liceo Sciences-Po, non è stato facile perchè non avevo la padronanza di nessuna regola sociale. Adesso, so cosa fare e cosa dire e gli sguardi pieni di rimprovero delle persone sono diminuiti. Tenuto conto del mio percorso difficile, mi ritengo un “miracolato” !.

Come spiegate l’esclusione delle persone con autismo ?

Non avere la padronanza delle regole sociali espone a seri problemi. Dire “buongiorno”, saper comunicare con differenti persone, rappresenta per me una difficoltà che gli altri non possono nemmeno immaginare. Non ho l’intuizione sociale. L’incomprensione di questo codice, talmente elementare che non è scritto da nessuna parte, provoca molte reazioni di rigetto. Il vero problema è la profonda ignoranza in Francia, di che cosa sia l’autismo e la sua prevalenza. E questo spiega il poco posto che viene riservato. La situazione degli adulti autistici, e degli anziani autistici in particolare è spesso ignorata.

I media semplificano tutto all’eccesso: l’autismo, è un bambino molto perturbato che non parla, oppure un piccolo genio. Ma con un tasso di prevalenza di 1 bambino autistico su 150 nati, siamo molti e differenti, e  diversi casi estremi !.

Che cosa bisogna cambiare ?

Per me, non bisogna pensare a una maniera di “presa in carico”, ma a una maniera di “presa in considerazione”  della persona con autismo: formare gli insegnanti, sensibilizzare gli imprenditori, i lavoratori del sociale, la Polizia, i direttori degli ospizi…

Ci sono tante buone intenzioni ma pochi mezzi e non c’e’ la formazione adatta. Per esempio la maggior parte degli imprenditori ignora che le persone con autismo possono essere eccellenti collaboratori. Io, penso di essere stato fortunato, ma a 30 anni devo vivere a casa dei miei genitori per poter vivere correttamente e non esistono alloggi adatti alle persone autistiche. In certi paesi, come gli Stati Uniti essere Asperger è una lusinga. Qui, in Francia è il contrario.

Tradotto da Mondo Aspie: Fonte, Lesforcesduhandicap.fr

Foto: Le Monde

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3 pensieri riguardo “Sindrome di Asperger: Intervista a Josef Schovanec “L’autismo non deve escludere”

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