Francia: Autismo, fuoco sulla psicanalisi

Gli adepti della teoria freudiana sono coinvolti in un documentario promosso da genitori partigiani che sostengono un approccio molto piu’ pragmatico.

La sala è piena di genitori, giovedi’ 8 dicembre davanti al tribunale di Lille.  I genitori di soggetti autistici sventolano all’esterno le foto dei loro bambini, sono arrivati numerosi per sostenere la documentarista Sophie Robert, inseguita da tre psicanalisti intervistati nel suo documentario “Il muro, la psicanalisi alla prova dell’autismo”.

Tre membri della Scuola della Causa Freudiana chiedono il ritiro della loro intervista o, in mancanza, il divieto alla proiezione del film, sostengono che i loro propositi sono stati “sfigurati” durante il montaggio. Che “ridicolizza” la psicanalisi.

Nel documentario,  montaggio grezzo delle risposte alle domande di Sophie Robert, si sentono dei pezzi di antologia come: ” Loro [ i bambini autistici] sono rimasti nell’utero, perchè volete che parlino? ” Oppure : “Con un bambino autistico, faccio molto poco. Appoggio il mio culo, mi metto accanto a lui e aspetto “. La corte si pronuncerà il 26 gennaio, deve decidere se la Signora Robert  non ha rispettato i permessi delle riprese firmati dai denuncianti. Ma in realtà, dietro questo processo, è tutta la questione dell’approccio verso l’autismo ad essere messa in gioco.

Quando degli psicanalisti pretendono di curare l’autismo come una malattia mentale, i genitori  invece richiedono per i loro figli il ricorso a metodi comportamentali basati sulla rieducazione e la ripetizione utilizzati all’estero. Da diversi anni, la guerra infuria in Francia tra psicanalisti e comportamentisti. A Lille, la sala è stata scossa da un fremito quando il difensore degli psicanalisti, l’avvocato Christian Charrière-Bournazel ha dichiarato riferendosi ai metodi comportamentali utilizzati per i soggetti autistici : “Ripetere e imparare dai gesti come se addestrassero uno scimpanzè”.

“Ci hanno esclusi, criticati”, deplorano i genitori di soggetti autistici

I genitori di soggetti autistici sono molto in collera contro la psicanalisi. Accusano gli psicanalisti ispirati dalle teorie freudiane di continuare a metterle in pratica. “Avete concepito questo bambino per amore ?”, si sono sentiti dire alcuni genitori, dalla psicologa del CHU parigino (Centro Ospedaliero Universitario), che impavida insisteva. ” Nostro figlio sbatteva la testa contro il muro e in piu’ ci accusano della sua malattia”, ricorda Florent Chapel, delegata generale del Collettivo Autismo che raggruppa quasi tutte le associazioni di genitori.

Sybille, racconta la sua convocazione all’ospedale psichiatrico per la presa in carico di suo figlio autistico. Un orrore. Il bebè era desiderato ? La mamma era felice durante la gravidanza ? Ha amato la sua mamma ? Insinuando, lo psichiatra parlava di lei, ma non del suo bambino. Sybille se ne è andata sbattendo le porte dell’ospedale. Su Internet, le testimonianze affluiscono: ” Anche a noi,  ci hanno escluso, criticato! Non dobbiamo lasciarli fare !”

Nessuno piu’ sostiene, come lo psicanalista americano Bruno Bettelheim, che gli autistici sono vittime di madri castratrici e depresse. In pratica, pertanto i genitori accusano i seguaci di Freud di trattare l’autismo come una malattia mentale e non come un handicap, ” come non hanno integrato da piu’ di vent’anni le nuove conoscenze sul ruolo della genetica in questa malattia “, spiega Marcel Hérault, presidente da quindici anni di  Sésame Autisme.  Accusano l’onnipotenza della psicoanalisi in Francia di impedire l’introduzione di metodi educativi comportamentali che farebbero progredire di piu’ i nostri figli.

“La presa in carico dei nostri figli, è la lotteria”

Numerosi psicanalisti sostengono di non esercitare pressioni sul bambino nel nome del rispetto per il “soggetto”. Oppure, vi è l’idea secondo la quale l’autismo è il risultato di un “rifiuto assoluto” del bambino di entrare in relazione con il resto del mondo. Un non-intervento che fa ribollire il sangue dei genitori.

I genitori di soggetti autistici non digeriscono piu’ il fatto di sentirsi spesso presi in causa nella malattia dei loro figli. Paranoie di genitori  scorticati ? Non proprio. ” Le riflessioni di psichiatri, di psicologi, di educatori, suggeriscono che spesso il comportamento dei genitori impedisce lo sviluppo del bambino”, scrive la ricercatrice Brigitte Chamak (1), dopo un’immersione dentro una decina di ospedali o strutture medico-sociali  che trattano l’autismo. Peggio ancora, ” nei servizi che adottano un approccio psicodinamico” [d’ispirazione psicoanalitica NDLR] , la maggior parte dei genitori ” non aveva ricevuto delle diagnosi”. Come se l’annuncio della malattia  ai genitori rischiasse di peggiorare o irrigidire la situazione.

Negazione della diagnosi, sospetto d’incompetenza, sfiducia… “Questo approccio fa ridere molto secondo i servizi , gli istituti, dice Marcel Hérault. In Francia, far prendere in carico il proprio figlio è una lotteria.”

Vincent Gerhards, presidente del collettivo Autismo, giornalista di France Télévisions, ha scoperto viaggiando che la Francia è uno degli ultimi  paesi dove la psicanalisi è cosi’ importante per trattare l’autismo.” Altrove, applicano i metodi di origine comportamentista”, spiega. Fondati sulla rieducazione, la ripetizione, l’allenamento, o le punizioni e le ricompense –  che deplorano i loro avversari -,  vengono chiamati Teacch ( Treatment and Education of Autistic and related Communication handicapped Children), ABA ( Applied Behavior Analysis), Pecs (sistema di comunicazione alternativo)… Questi sistemi rappresentano il diavolo per gli integralisti delle teorie freudiane, che gridano “all’ammaestramento” persuasi d’essere l’ultima difesa umanista contro queste forme di “condizionamento”. “Ma con questa formazione, i nostri figli hanno cominciato a parlare, a diventare puliti, a vestirsi da soli, ad allacciarsi le scarpe, a comunicare”, urlano i genitori del collettivo Autismo, citando dieci esempi di bambini che sono usciti dal silenzio e sono diventati piu’ autonomi.

“Un guazzabuglio di truffe di ogni genere”

Problema. In mancanza di trovare questi approcci nei circuiti psichiatrici dove li mandano, i genitori  piu’ ricchi sono disposti a ricorrere ad ogni tipo di pratica privata.

Con due rischi: ” Quello di credere all’esistenza di soluzioni magiche”, come dice Marcel Hérault: Dall’autismo ad alto funzionamento al bambino che non accederà mai al linguaggio con la stessa rieducazione comportamentale, ognuno evolverà in maniera differente.

Altro pericolo: che i ciarlatani occupino la nicchia che i genitori non vogliono lasciare alla psicanalisi. Mamma di un bambino che non parlava, prima di essere preso in carico in Israele, Olivia Cattan ha studiato i metodi all’estero. E’ ritornata con una petizione, che ha fatto firmare a Sandrine Bonnaire, sorella di un autistico, e Francis Perrin, papà di un bambino affetto da autismo. “L’autismo è diventato un vero “mercato” per certe persone, un guazzabuglio di truffe di ogni genere, dai bidoni ai rimedi miracolosi, cita nella petizione. La posta in gioco non è magra, da qui a qualche mese, l’autorità sanitaria dovrà pronunciarsi sull’accompagnamento dell’autismo.

(1) “L’autismo dentro un servizio di neuropsichiatria”  Ethnologie française 3″, 2009, pp. 425-433.

Tradotto da Mondo Aspie

09/12/2011  Jacqueline de Linares – Le Nouvel Observateur 

articolo originale qui:

http://tempsreel.nouvelobs.com/societe/20111209.OBS6415/autisme-feu-sur-la-psychanalyse.html

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