Siamo venuti a conoscenza del verdetto del tribunale di Lille del 26 gennaio riguardante il film ” Il Muro” di Sophie Robert. Siamo costernati da questo giudizio, che costituisce un grave attentato alla libertà di espressione, e una volontà manifesta di costituire un vero impedimento al dibattito democratico. Chiediamo che ogni famiglia abbia la possibilità di scegliere il tipo di presa in carico per il proprio figlio: è questa possibilità passa per il diritto d’informazione e dunque per la diffusione del film. Il recente progetto di legge depositato da Daniel Fasquelle denuncia il pericolo che rappresenta la presa in carico psicanalitica dei bambini con disturbi dello spettro autistico e raccomanda la generalizzazione dei metodi educativi e comportamentali, e la redistribuzione dei finanziamenti esistenti per questi metodi. In effetti, i genitori spesso a corto di denaro non sanno quale “scuola” scegliere, e si vedono spesso imporre una pratica psicoanalitica che priverà il loro bambino, nell’età adulta di tutte le possibilità di evoluzione autonoma e dunque di tutte le prospettive di vivere con dignità. Chiedono di avere la possibilità di scegliere il tipo di presa in carico per il loro figlio: questa possibilità passa per il diritto d’informazione, dunque per la diffusione del film. Elaine Hardiman Taveau Présidente d’Asperger Aide France
Buongiorno, Apipa Asperger Ted reitera il sostegno a Sophie Robert.
Siamo sconvolti dal verdetto annunciato che non fa altro che confermare il reale divario tra il nostro paese e il resto del mondo. E’ evidente che la psicanalisi non apporta nulla agli autistici rispetto agli approcci terapeutici specifici per l’autismo dimostrati con prove e conosciuti dai professionisti dell’autismo e dai genitori. La scienza è li per provarlo. Che cosa hanno gli psicanalisti da mostrare?
trova sconvolgente la sentenza che censura di fatto il documentario “Il Muro” in seguito ad una denuncia sporta da tre psicanalisti intervistati. Gli psicanalisti non sono co-autori come scritto sulla sentenza. Quello che è scioccante nel “Muro” sono le risposte e non il montaggio. E’ scioccante ascoltare per la prima volta pubblicamente i discorsi che vengono tenuti in privato alle famiglie da decenni per colpabilizzarle. (…) In un paese dove la stampa è libera gli psicanalisti devono accettare che le loro teorie siano pubblicamente messe sulla pubblica piazza, conosciute e discusse.
Anche se non ci appartiene contestare una decisione della giustizia, ci appare fondamentale esprimere il nostro sostegno a Sophie Robert che, attraverso il suo film ha ritrascritto la realtà che molti di noi, genitori di bambini autistici sperimentiamo, e di cui i nostri figli sono le prime vittime. Quando, nonostante si difendano e gridino alla manipolazione, i denuncianti in questo processo esprimono delle posizioni che hanno adottato e generalizzato nella maggior parte delle strutture pubbliche francesi e che conducono a delle diagnosi tardive e a delle prese in carico inadatte per un gran numero di bambini. Le associazioni di genitori denunciano queste pratiche da anni. E testimonianze ci arrivano tutti i giorni da genitori colpevolizzati e provati di fronte ad un sistema che priva i loro figli del diritto fondamentale dell’educazione e della cura. Questo stato dei fatti è indegno per un paese sviluppato come la Francia.
Anne BUISSON Présidente Fondatrice Association Sur les bancs de l’école
Il Collettivo Egalited riunisce piu’ di 500 famiglie di soggetti autistici e prende atto del giudizio del 26 gennaio 2012 riguardante il documentario “Il Muro”di Sophie Robert.
Siamo in disaccordo completo con il giudizio perchè consideriamo che le intenzioni rese dalla realizzatrice corrispondono ai propositi che ci riportano le famiglie del loro vissuto quotidiano e dunque, il pensiero psicanalitico è stato ben riprodotto nella sua stravaganza.
Sophie Robert non ha bisogno di ridicolizzare la psicanalisi, gli pscanalisti si ridicolizzano da soli se si prende il tempo di analizzare i loro discorsi.
Cosi’ come il primo giorno il collettivo Egalited continerà a sostenere non solo il documentario ma anche la realizzatrice. Speriamo che vinca l’appello e che persone di buona volontà aiutino a finanziare il resto della produzione della sua opera.