Autismo: Intervista a Laurent Mottron, l’autistico artista e disegnatore

Laurent Mottron commenta il documentario dal titolo: L’autistico disegnatore, dalla percezione all’arte.

Laurent Mottron, è professore del Dipartimento di psichiatria dell’Università di Montreal e direttore del programma autismo dell’Ospedale Rivière-des-Prairies (Montreal). E’ anche l’ideatore del centro d’eccellenza dei disturbi pervasivi dello sviluppo dell’Università di Montreal (CETEDUM), branca del CENUM affiliato al Centro di ricerca Fernand-Seguin. 

Ecco una trascrizione di Laurent Mottron, che ha commentato lo stile grafico dei tre disegnatori presentati nel documentario: L’autistico disegnatore, dalla percezione all’arte.

Pierre Godefroy dipinge  paesaggi urbani utilizzando colori vivaci, Miguel Angelo disegna elettrodomestici nello stile di un vecchio catalogo e Jules Guermonprez (11 anni) riproduce scene di battaglia ambientate nei paesaggi dell’antica Roma utilizzando una tecnica delle linee:

Laurent Mottron, medico e ricercatore:

Ormai conosciamo bene i disegnatori prodigio come Stephen Wiltshire ( Autismo e Sindrome di Savant, Stephen Wiltshire ), che sono capaci di riprodurre a memoria, una città dopo averla sorvolata in elicottero. In effetti, sono molti gli autistici che disegnano anche se le loro performance, seppure impressionanti, non sono cosi’ eccezionali come quelle di Stephen Wiltshire. Ed è di questo che parliamo. I disegni degli autistici,  che siano eccezionali oppure un po’ meno, riflettono sempre le particolarità percettive che oggi ci sono ben note e ne esistono di tre tipi:

–  La prima particolarità  è che differenziano meglio a livello percettivo rispetto alle persone non autistiche. Un po’ come i pixels di una macchina fotografica, hanno una precisione nella capacità di differenziare superiore alla nostra.

–  La seconda particolarità è che la loro percezione si orienta spontaneamente verso degli aspetti locali del mondo. Questo non vuole dire che non sappiano trattare gli aspetti globali, la forma complessiva di una figura. Ma che spontaneamente la loro percezione è fissata verso un livello del dettaglio superiore alla nostra.

– La terza particolarità,  che è piu’ astratta, è che la loro percezione è piu’ autonoma. Noi deformiamo il mondo, in particolare quando lo disegnamo in funzione del significato che gli diamo. Cosi’ un bambino piccolo disegnerà la testa piu’ grande del corpo, poichè  la testa trasmette piu’ messaggi sociali. In ogni caso, da come la interpretiamo, non rappresenterà la testa in scala.  Gli autistici, sono perfettamente capaci di vedere che un volto trasmette un significato differente dal resto del corpo. Ma quando disegnano, disegnano le cose come le vedono. E in ogni caso, sono capaci di farlo. Possono anche trasporre, ma accedono ad una realtà del mondo non trasformata  dalla percezione, che è ovviamente essenziale nel disegno, perchè gli dona l’accesso quasi automatico e senza sforzi nella terza dimensione, rispetto a noi.

Partendo da questo, si potrebbe pensare che sono veramente capaci di scattare foto del mondo. Non è esattamente cosi’. Per esempio, per Miguel i volti sono un problema. Perchè sono un problema? Ebbene, questo puo’essere un problema perchè a livello  fisico, un viso si muove per tutto il tempo, parla e si agita ed invia un’enormità di segnali. E a volte l’aspetto sociale di un volto, la sua dinamica  e il suo aspetto cosi’ multimodale (un viso è spesso qualche cosa che vediamo e che ascoltiamo) sembra mettere gli autistici in una situazione di difficoltà relativa. In ogni caso anche se non conosciamo esattamente il loro livello di difficoltà, l’elaborazione delle facce e meno piacevole  e facile da riprodurre rispetto al mondo inanimato. Ed è per questo che la maggior parte degli autistici è attratta da  cose inanimate. Si interessano agli oggetti, agli edifici e alla meccanica. Nel documentario, ciascuno dei tre disegnatori ha il suo tema. Degli edifici per uno, degli elettrodomestici per il secondo e dei personaggi o piuttosto uniformi, truppe ed edifici dell’antichità greca e romana per il terzo.

Notiamo anche che, un artista autistico è la combinazione di due elementi:

– da un lato un tema elettivo

– dall’altra parte un tipo selettivo di trasformazione. Uno degli  artisti seleziona solo colori uniformi, che include in una sorta di disegni stilizzati tridimensionali di edifici. Il secondo, fa quasi il contrario tiene solo il contorno dei personaggi senza colorarli. Si tratta beninteso di una trasposizione. Il terzo Miguel, ha scelto un sottoinsieme del  mondo che sono degli oggetti, e poi trasformerà il tutto  in uno stile di vecchio catalogo  quebbechese.      

Gli artisti autistici sono degli artisti che si interesseranno solo ad un tipo di oggetti piuttosto che ad altri. Ci sono artisti che preferiscono dipingere mazzi di fiori e altri che amano rappresentare fabbriche, anche se probabilmente cio’ è meno esclusivo in un artista non autistico che in un artista autistico. C’e’ strettamente parlando uno stile pittorico, che è una trasposizione caratterizzata da cio’ che decidono di disegnare, una certa dimensione (il colore e il contorno), e poi all’interno di questa restrizione, combinarla e farne una composizione.

Un artista autistico è prima di tutto un artista. E qualcuno che sceglie una parte del mondo, che la traspone per poi reinserirla nel mondo tramite la sua arte, che si puo’ vendere, e puo’ anche comunicare attraverso l’arte. Quello che hanno di comunicante gli artisti autistici da offrire al mondo, e la loro arte, e funziona molto bene.

Ci sono artisti autistici quasi muti, questo non è il caso dei tre disegnatori del documentario. I primi due parlano poco e utilizzano il linguaggio in maniera riservata. Il terzo Jules ( 11 anni), parla tantissimo, e cio’ è tipico della Sindrome di Asperger, parla in modo libresco con parole sofisticate  rispetto ai  bambini della sua età. Ma nonostante tutte queste differenze, vediamo che abbiamo a che fare con artisti e un movimento generale che consiste a non spiegare tutto della produzione di un autistico, come dei sintomi o segni di un deficit, ma piuttosto come delle opere che partono da un cervello chiaramente differente. Delle produzioni e modalità d’inserzione nel mondo che sono sotto tutti gli aspetti identiche a quelle che altri rappresentanti dell’umanità sono in grado di produrre.

Il documentario si’intitola: L’autistico disegnatore, dalla percezione all’arte, realizzato da: Alain Bouvarel, Richard Martin, Pierre H. Tremblay. Prodotto da CECOM Montréal/CNASM Francia.

Tradotto e riadattato  da Mondo Aspie, tratto dal blog di una mamma che ha un bambino autistico che si chiama Pablo e fa dei disegni bellissimi, questo qui sotto è opera sua, cliccate qui  per vederli e per leggere se volete  la versione originale di questo articolo in francese. Monenfantbleu.canalblog.com

 

 

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