Francia, Comunicato della Federazione DYS: La psicanalisi, il DSA (Disturbo specifico apprendimento) e l’autismo

LA PSICANALISI, IL  DSA E L’AUTISMO

COMUNICATO

Anche i bambini con “DSA” sono delle vittime della psicanalisi

Il documentario “Il Muro o la psicoanalisi alla prova dell’autismo” mette crudelmente in luce la persistenza delle teorie e delle pratiche psicanalitiche totalmente sorpassate e smentite scientificamente, e inefficaci, nella presa in carico dei bambini con autismo in Francia. Grazie a questo documentario, e al tentativo di censura messo in atto, grazie all’esposizione mediatica e alla presa di coscienza politica che ne è seguita, la presa in carico dell’autismo in Francia è sul punto di progredire tanto nel 2012, quanto nel corso dei trent’anni che l’hanno preceduta.

Ci rallegriamo per i bambini autistici e le loro famiglie. E gli altri ? I bambini autistici non sono le sole vittime della psicanalisi. E non dovrebbero essere gli unici beneficiari della consapevolezza che si sta verificando.

I bambini con disturbi specifici del linguaggio e dell’apprendimento e le loro famiglie sono stati vittime delle stesse teorie e delle stesse pratiche come i bambini autistici: madri troppo distanti o troppo fusionali, padri poco presenti, complesso di Edipo mal risolto, “segreto famigliare”, assenza del “desiderio di parlare”, manifestazioni di una sofferenza per il disturbo, disarmonia, psicosi… Queste ipotesi sono state le sole considerate da molti psicoanalisti che hanno preso in carico dei bambini con DSA, nonostante non siano mai state appoggiate da dati scientifici, e nonostante in parallelo si accumulassero dati a favore dell’ipotesi dell’origine in parte genetica (1) dei disturbi del neurosviluppo.

I disturbi specifici del linguaggio e dell’apprendimento, di cui la prevalenza è 10 volte superiore a quella dell’autismo, hanno ampliamente beneficiato del rapporto Ringard sul bambino disfasico e dislessico (2000), pubblicato sulla circolare “Per la messa in opera del piano di azione per i bambini con disturbo specifico, del linguaggio orale e scritto (7 febbraio 2002).

Queste misure hanno permesso la creazione di centri referenti per i disturbi del linguaggio, ed hanno condotto ad aggiornare la formazione di numerosi specialisti, e incontestabilmente portato nel corso degli ultimi dieci anni un miglioramento significativo della diagnosi e della presa in carico dei bambini con disturbi del linguaggio e dell’apprendimento.

Eppure, ancora oggi, contiamo molti bambini con DSA in situazione di pellegrinaggio diagnostico e terapeutico, in particolare nei centri medici-psico-pedagogici (CMPP). Questi bambini vengono spesso presi in carico con una chiave di lettura esclusivamente psicoanalitica, senza diagnosi pluridisciplinare, senza una rieducazione adatta, a dispetto di tutte le raccomandazioni scientifiche e mediche, francesi e internazionali. Quando  finalmente vengono diagnosticati e presi in carico in una maniera adeguata, è spesso troppo tardi, molti anni di scolarizzazione sono andati persi, e nel corso degli anni le difficoltà si sono sovrapposte al disturbo iniziale: fallimento scolastico, perdita di stima in se stessi, disturbi psicologici e conflitti famigliari….E’ arrivato il tempo di porre fine a questo enorme ciarpame.

Questo non significa rifiutare del tutto l’apporto della psicologia e della psichiatria nei disturbi DSA. Una parte dei bambini con DSA hanno disturbi psicologici o psichiatrici, spesso conseguenti alla situazione di fallimento e indigenza nella quale sono immersi.

Questi incomodi , anche se non costituiscono la causa primaria dei disturbi del linguaggio o dell’apprendimento, necessitano inoltre di una presa in carico, che deve essere efficace, e dunque valutata.

Riassumendo, i bambini con DSA hanno  bisogno in parte, di una diagnosi multidisciplinare, basata sulle classificazioni mediche internazionali,  che includono di solito una valutazione del linguaggio e un bilancio neuropsicologico. Una chiave di lettura esclusivamente psicanalitica è inadeguata per una diagnosi corretta. E in secondo luogo, hanno bisogno di una presa in carico globale, che includa una riabilitazione  adatta al profilo cognitivo specifico del bambino, e se sintomi la giustificano, una presa in carico psicologica. Ma quest’ultima non si deve applicare al posto di una rieducazione. In piu’,  i metodi di rieducazione e della psicoterapia devono essere valutati e dimostrare la loro efficacità, oggi dolorosamente carente. Infine, i ritardi dell’apprendimento si accumulano velocemente e si recuperano difficilmente, e la presa in carico offre un pronostico migliore se si interviene presto, di qui l’importanza di una diagnosi precoce, senza aspettare alcun “desiderio” e sensa passare per una lunga fase di osservazione formale. Per mettere in atto concretamente queste misure, un aggiornamento della formazione dei professionisti coinvolti è imperativo.

Vincent Lochmann, Presidente della Federazione Francese DYS,

Membro del Consiglio Nazionale consultativo delle persone con handicap

Franck Ramus, Direttore di Ricerche al CNRS

Membro del Comitato Scientifico della Federazione Francese dei DYS

www.ffdys.fr

[1]  Perizia collettiva dell’Inserm. (2007). Dislessia, disortografia, discalculia: Bilancio dei dati scientifici. Parigi: Edizioni INSERM, scaricabile su http://www.ladocumentationfrancaise.fr/rapports-publics/074000190/index.shtml.

Tradotto da Mondo Aspie, articolo originale qui

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