Autismo: Asperger, gli autistici ignorati ( seconda parte )

indifferenza autismoPiccola bambina un po’ strana con l’ossessione per i dinosauri, e qualche problema di motricità, Manon Toulemont ha superato l’infanzia senza destare sospetti. Era considerata superdotata perchè aveva imparato a leggere a 4 anni, per la necessità di ottenere piu’ informazioni possibili sui dinosauri. (…) ” Piu’ crescevo e piu’ ero isolata. Alla scuola media, i codici sono diventati troppo complicati per me ” racconta la giovane ragazza, oggi ventenne.

All’epoca, questa esile parigina dai lunghi capelli castani non sopportava l’esclusione e provava collera verso il mondo intero. Portava con se un coltello, si graffiava, distruggeva manifesti e gli oggetti piu’ importanti per lei. Nessuna risposta da parte degli adulti, ha deciso a 15 anni di recarsi da uno psicologo. ” Volevo convincere chi mi stava attorno ad ascoltarmi, ricorda. La psicologa mi ha diagnosticato uno stress post-traumatico e una psicosi “. Con una panoplia di antidepressivi pesanti. Bisogna dire che Manon Toulemont, si è specializzata in serial killer, in particolare, è diventata un’esperta nel suo interesse ristretto, la serie TV Dexter dello scrittore  Jeff Linday sul divano della psicologa.

UNA LUNGA ERRANZA DIAGNOSTICA

Per Elaine Hardiman-Taveau, questa violenza compare spesso nel percorso di questi autistici esclusi: “Ci sono molti Asperger che dormono negli ingressi delle metropolitane oppure sono rinchiusi nelle carceri. Piu’ sono maltrattati e piu’ il loro comportamento peggiora !”, dice.

Per riuscire ad integrarsi, la maggior parte degli autistici Asperger imitano e interpretano il ruolo che pensano ci si aspetti da loro. E si perdono in una lunga erranza diagnostica. Manon Toulemont si è recata da quattro psicologi, ma è stata la madre a trovare il nome della sua disabilità su Internet, prima di una diagnosi ufficiale arrivata all’età di 17 anni.

Jean-Michel Devezeau ha ottenuto la diagnosi di sindrome di Asperger, il 5 settembre all’età di 36 anni, dopo aver frequentato cinque ambulatori di psichiatri e di psicologi. Rifugiatosi in un villaggio delle Alpi per scappare dal rumore di Marsiglia, ha scoperto da solo di avere la sindrome di Asperger indagando sull’autismo di suo figlio. Ha capito di aver sviluppato una strategia imitativa ad oltranza per piu’ di 20 anni.

Dopo un percorso scolastico accorciato a causa delle persecuzioni di cui è stato vittima, riesce a controllare la sua gestualità, a guardare negli occhi durante le conversazioni e a trovare dei piccoli lavori nel campo dell’informatica o della macellazione che pero’ non durano mai. ” Riesco a resistere i primi mesi, ma poi richiedono troppe energie e non riesco  piu’ a mantenere il posto di lavoro” , testimonia.

MALESSERE

Stesso modello nell’ambito sentimentale. Il giovane uomo attira le donne per la sua timidezza e per le sue conversazioni intellettuali. Ma è difficile andare oltre: Jean-Michel Devezeau conosce solo l’intelletto. Impossibile per lui visualizzare e leggere le emozioni. ” Comprendersi con uno sguardo ?… impossibile !, dice .

Le sue storie durano il tempo del ruolo che si da. La piu’ lunga è durata quattro anni, ed ha avuto un figlio. ” E’ stato un riflesso per integrami, spiega. Ponevo delle domande sulla persona, e poi copiavo la sua personalità “.

Dare un nome al suo malessere gli ha permesso di risolvere la crisi identitaria che si portava dietro da tanti anni. Ma ottenere una diagnosi ufficiale è stato molto difficile. ” Ho cercato per tanto tempo uno specialista in autismo che non trattasse bambini”, testimonia. ” Numerosi dipartimenti in Francia, come la Loira, non hanno psichiatri che accettano di diagnosticare gli adulti”, sottolinea  Danièle Langloys, dell’ associazione Autisme France.

” Siamo sommersi di domande che arrivano da tutta la Francia, con una lista di attesa di sei mesi. Ma non abbiamo i mezzi per rispondere a tutti e assicurare un percorso “, aggiunge il professore Marion Leboyer, responsabile del polo psichiatrico del Centro Ospedaliero di  Créteil  e direttrice della Fondazione scientifica FondaMental, che si occupa della sindrome di Asperger.

Tuttavia, la diagnosi puo’ apportare un grande sollievo. ” Ora so che non sono pazzo ” dice Jean-Michel Devezeau. Per Jérôme Ecochard, invece ” la diagnosi permette di collegare la sua vita  che ( è stata )  un vero enigma attraverso una nuova chiave di lettura. L’uomo di Grenoble dagli occhi blu, sognatore e dall’aria un po’ sinistra è riuscito ad integrarsi facendo sforzi enormi.

DEGLI STRUMENTI DI COMPENSAZIONE

Studente dalla scrittura brillante, appassionato di scienze, perdeva tutte le medie nelle materie durante le interrogazioni orali e non è mai riuscito a sostenere l’esame di fisica. Quindi, ha fatto domanda per un posto di lavoro nella funzione pubblica e si è allontanato dalla sua vocazione, la ricerca.

Ha imparato subito a nascondere le sue ” bizzarrie” a suoi colleghi: ” Ho capito che dovevo guardare la gente negli occhi, ma se lo facevo per troppo tempo, perdevo il filo del discorso “. Malgrado i suoi sforzi, resta isolato e le sue relazioni amorose durano solo qualche mese. Una di queste lo fa cadere in depressione. ” La mia compagna diceva di avere l’impressione di vivere con una persona strana “, dice Jérome.

E’ psicotico ? Perverso ? Nel 2003, trova un articolo sulla sindrome di Aspeger e si riconosce immediatamente. Finalmente trova tutte le risposte alle sue domande esistenziali. La diagnosi, arriverà due anni dopo, e gli permetterà di ottenere un posto di lavoro in un ufficio isolato al CNED in un campus situato nelle Alpi. Solo nella suo piccolo ufficio, puo’ lasciarsi andare alle oscillazioni che lo calmano e non teme il rumore della fotocopiatrice posizionata vicino alla sua porta, “metto i tappi per le orecchie”, dice.

Sapere di avere la sindrome di Asperger permette a questi autistici di dotarsi di strumenti di compensazione. ” Ho creato una lista di dati intellettuali su ogni comportamento  “normale” che incrocio e arricchisco ogni volta che osservo una situazione nuova, spiega Manon Toulemont, che ha pubblicato un romanzo, Symponia Ouverture (edizioni  Rocher 2011), il primo di una saga fantastica che mette in scena tutte le sfaccettature della sua personalità. Un esempio stupido: ” So che devo sorridere quando incontro qualcuno per la prima volta, anche se non c’è alcun motivo “.

La sola situazione quotidiana che ancora gli sfugge è quella che si svolge dal panettiere. ” Non sono ancora riuscita ad osservare bene come fanno le persone a gestire il momento in cui devono afferrare il pane e la moneta nello stesso momento…tutte le volte mi viene il panico ! “. Le relazioni sociali piu’ approfondite restano ancora difficili, dice Manon Toulemont con tono deluso: ” Ho già tentato di capire l’amicizia, e poi l’amore…”.

Cécile Bontron

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Tradotto e riadattato da Mondo Aspie, Fonte: Le Monde

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