Testimonianza E1 – Un autistico Asperger racconta come ha rifiutato le terapie psicanalitiche.
La presa in carico dell’autismo, la grande causa nazionale del 2012 in Francia, è oggetto di violenti dibattiti. Da diversi mesi, i seguaci della psicanalisi e i sostenitori dei metodi educativi e comportamentali si affrontano violentemente sulle maniere adatte per migliorare la vita quotidiana delle persone autistiche.
Fino a 6 anni, non parlava
Hugo Horiot ha 29 anni. E’ un autistico “Asperger” una forma di autismo che non altera le facoltà mentali. Fino all’età di 6 anni, non parlava e ha avuto fino all’età di 14 anni, enormi difficoltà a relazionarsi. Si definisce “un superstite dell’autismo” grazie a sua madre che ha rifiutato subito la presa in carico da parte di una psicanalista.
” Mi mettevano davanti alla faccia dei giochi che non mi piacevano: dei pupazzi, dei castelli in plastica. Ho dato un calcio al castello di plastica. Ho distrutto il castello di plastica che mi aveva messo sotto il naso. E lei mi ha detto: non va bene. Hai dato un calcio al tuo papà”. Insorge Hugo ai microfoni d’Europe 1. Per lui i metodi psicanalitici sono un’ “aberrazione”.
“Mi ha stimolato dal corpo”
Afferma di esserne uscito “grazie alla battaglia condotta da sua madre”. Mi stimolava attraverso il corpo. Cercava di entrare nel mio mondo, di comprendere la mia logica e di scivolarci dentro. E soprattutto, ha ottenuto un punto d’onore facendo in modo che non andassi in un’ istituzione specializzata”, aggiunge.
Oggi, il suo comportamento non desta sospetti e la sua dizione è perfetta. “Un autistico ha bisogno di essere messo nel mondo reale” conclude. “Esistono le competenze che lo permettono ma cio’ è possibile con un accompagnamento di tipo comportamentale”.
Tradotto da Mondo Aspie, articolo originale qui
Il video dell’intervista qui in francese:
http://www.dailymotion.com/embed/video/xpas5h