Cameron Thompson e la Sindrome di Asperger: piccoli geni crescono

Ora ha 14 anni Cameron Thompson, il ragazzino che frequenta i corsi di matematica alla Open University in Inghilterra. Incredibile ma vero. I genitori di Cameron hanno infatti deciso di iscrivere Cameron all’università all’età di 12 anni perché molto probabilmente dietro alla sua grande passione per i numeri, si nasconde un genio.

Un altro Einstein? Non è del tutto escluso visti gli incredibili risultati che Cameron ha ottenuto in poco tempo. Dopo che i genitori lo hanno iscritto alla Open University nello scorso maggio, Cameron è ora già al secondo anno e alla fine dello scorso modulo di studi ha raggiunto l’89%, un punteggio altissimo. Per il piccolo ottenere la laurea, che se continua così arriverà a 16 anni, sarà una passeggiata.

Il sogno di Cameron è diventare, quando sarà adulto, un astronauta e come tutti pensano, per lui non sarà difficile diventarlo. Già alla scuola media infatti il bambino brillava sui test di matematica quantistica ottenendo punteggi sopra la media.

Cameron fa fatica a giocare e a comunicare con i suoi compagni della Maelor School di Penley, un villaggio del Galles settentrionale, ma sin dall’infanzia ha stupito i suoi familiari con le evoluzioni aritmetiche più impressionanti. I suoi genitori Roderick, 35 anni, e Alison, 32 – racconta il Daily Mail – notarono per la prima volta la sua bravura con i numeri quando aveva solo 4 anni e si mise a discettare lungamente con la sua maestra d’asilo di numeri negativi. Alle scuole medie il suo genio brillava sui test di matematica quantistica. Laddove il punteggio più alto era 140, lui prendeva 141.

Cameron, soffre di una forma di autismo chiamata Sindrome di Asperger, non a caso la stessa malattia di cui soffrivano Newton, Einstein e Darwin, e che porta a concentrarsi su una singola materia .

 Articolo: http://www.bbc.co.uk/news/magazine-15482101  07/11/2011

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Francia: Autismo, fuoco sulla psicanalisi

Gli adepti della teoria freudiana sono coinvolti in un documentario promosso da genitori partigiani che sostengono un approccio molto piu’ pragmatico.

La sala è piena di genitori, giovedi’ 8 dicembre davanti al tribunale di Lille.  I genitori di soggetti autistici sventolano all’esterno le foto dei loro bambini, sono arrivati numerosi per sostenere la documentarista Sophie Robert, inseguita da tre psicanalisti intervistati nel suo documentario “Il muro, la psicanalisi alla prova dell’autismo”.

Tre membri della Scuola della Causa Freudiana chiedono il ritiro della loro intervista o, in mancanza, il divieto alla proiezione del film, sostengono che i loro propositi sono stati “sfigurati” durante il montaggio. Che “ridicolizza” la psicanalisi.

Nel documentario,  montaggio grezzo delle risposte alle domande di Sophie Robert, si sentono dei pezzi di antologia come: ” Loro [ i bambini autistici] sono rimasti nell’utero, perchè volete che parlino? ” Oppure : “Con un bambino autistico, faccio molto poco. Appoggio il mio culo, mi metto accanto a lui e aspetto “. La corte si pronuncerà il 26 gennaio, deve decidere se la Signora Robert  non ha rispettato i permessi delle riprese firmati dai denuncianti. Ma in realtà, dietro questo processo, è tutta la questione dell’approccio verso l’autismo ad essere messa in gioco.

Quando degli psicanalisti pretendono di curare l’autismo come una malattia mentale, i genitori  invece richiedono per i loro figli il ricorso a metodi comportamentali basati sulla rieducazione e la ripetizione utilizzati all’estero. Da diversi anni, la guerra infuria in Francia tra psicanalisti e comportamentisti. A Lille, la sala è stata scossa da un fremito quando il difensore degli psicanalisti, l’avvocato Christian Charrière-Bournazel ha dichiarato riferendosi ai metodi comportamentali utilizzati per i soggetti autistici : “Ripetere e imparare dai gesti come se addestrassero uno scimpanzè”.

“Ci hanno esclusi, criticati”, deplorano i genitori di soggetti autistici

I genitori di soggetti autistici sono molto in collera contro la psicanalisi. Accusano gli psicanalisti ispirati dalle teorie freudiane di continuare a metterle in pratica. “Avete concepito questo bambino per amore ?”, si sono sentiti dire alcuni genitori, dalla psicologa del CHU parigino (Centro Ospedaliero Universitario), che impavida insisteva. ” Nostro figlio sbatteva la testa contro il muro e in piu’ ci accusano della sua malattia”, ricorda Florent Chapel, delegata generale del Collettivo Autismo che raggruppa quasi tutte le associazioni di genitori.

Sybille, racconta la sua convocazione all’ospedale psichiatrico per la presa in carico di suo figlio autistico. Un orrore. Il bebè era desiderato ? La mamma era felice durante la gravidanza ? Ha amato la sua mamma ? Insinuando, lo psichiatra parlava di lei, ma non del suo bambino. Sybille se ne è andata sbattendo le porte dell’ospedale. Su Internet, le testimonianze affluiscono: ” Anche a noi,  ci hanno escluso, criticato! Non dobbiamo lasciarli fare !”

Nessuno piu’ sostiene, come lo psicanalista americano Bruno Bettelheim, che gli autistici sono vittime di madri castratrici e depresse. In pratica, pertanto i genitori accusano i seguaci di Freud di trattare l’autismo come una malattia mentale e non come un handicap, ” come non hanno integrato da piu’ di vent’anni le nuove conoscenze sul ruolo della genetica in questa malattia “, spiega Marcel Hérault, presidente da quindici anni di  Sésame Autisme.  Accusano l’onnipotenza della psicoanalisi in Francia di impedire l’introduzione di metodi educativi comportamentali che farebbero progredire di piu’ i nostri figli.

“La presa in carico dei nostri figli, è la lotteria”

Numerosi psicanalisti sostengono di non esercitare pressioni sul bambino nel nome del rispetto per il “soggetto”. Oppure, vi è l’idea secondo la quale l’autismo è il risultato di un “rifiuto assoluto” del bambino di entrare in relazione con il resto del mondo. Un non-intervento che fa ribollire il sangue dei genitori.

I genitori di soggetti autistici non digeriscono piu’ il fatto di sentirsi spesso presi in causa nella malattia dei loro figli. Paranoie di genitori  scorticati ? Non proprio. ” Le riflessioni di psichiatri, di psicologi, di educatori, suggeriscono che spesso il comportamento dei genitori impedisce lo sviluppo del bambino”, scrive la ricercatrice Brigitte Chamak (1), dopo un’immersione dentro una decina di ospedali o strutture medico-sociali  che trattano l’autismo. Peggio ancora, ” nei servizi che adottano un approccio psicodinamico” [d’ispirazione psicoanalitica NDLR] , la maggior parte dei genitori ” non aveva ricevuto delle diagnosi”. Come se l’annuncio della malattia  ai genitori rischiasse di peggiorare o irrigidire la situazione.

Negazione della diagnosi, sospetto d’incompetenza, sfiducia… “Questo approccio fa ridere molto secondo i servizi , gli istituti, dice Marcel Hérault. In Francia, far prendere in carico il proprio figlio è una lotteria.”

Vincent Gerhards, presidente del collettivo Autismo, giornalista di France Télévisions, ha scoperto viaggiando che la Francia è uno degli ultimi  paesi dove la psicanalisi è cosi’ importante per trattare l’autismo.” Altrove, applicano i metodi di origine comportamentista”, spiega. Fondati sulla rieducazione, la ripetizione, l’allenamento, o le punizioni e le ricompense –  che deplorano i loro avversari -,  vengono chiamati Teacch ( Treatment and Education of Autistic and related Communication handicapped Children), ABA ( Applied Behavior Analysis), Pecs (sistema di comunicazione alternativo)… Questi sistemi rappresentano il diavolo per gli integralisti delle teorie freudiane, che gridano “all’ammaestramento” persuasi d’essere l’ultima difesa umanista contro queste forme di “condizionamento”. “Ma con questa formazione, i nostri figli hanno cominciato a parlare, a diventare puliti, a vestirsi da soli, ad allacciarsi le scarpe, a comunicare”, urlano i genitori del collettivo Autismo, citando dieci esempi di bambini che sono usciti dal silenzio e sono diventati piu’ autonomi.

“Un guazzabuglio di truffe di ogni genere”

Problema. In mancanza di trovare questi approcci nei circuiti psichiatrici dove li mandano, i genitori  piu’ ricchi sono disposti a ricorrere ad ogni tipo di pratica privata.

Con due rischi: ” Quello di credere all’esistenza di soluzioni magiche”, come dice Marcel Hérault: Dall’autismo ad alto funzionamento al bambino che non accederà mai al linguaggio con la stessa rieducazione comportamentale, ognuno evolverà in maniera differente.

Altro pericolo: che i ciarlatani occupino la nicchia che i genitori non vogliono lasciare alla psicanalisi. Mamma di un bambino che non parlava, prima di essere preso in carico in Israele, Olivia Cattan ha studiato i metodi all’estero. E’ ritornata con una petizione, che ha fatto firmare a Sandrine Bonnaire, sorella di un autistico, e Francis Perrin, papà di un bambino affetto da autismo. “L’autismo è diventato un vero “mercato” per certe persone, un guazzabuglio di truffe di ogni genere, dai bidoni ai rimedi miracolosi, cita nella petizione. La posta in gioco non è magra, da qui a qualche mese, l’autorità sanitaria dovrà pronunciarsi sull’accompagnamento dell’autismo.

(1) “L’autismo dentro un servizio di neuropsichiatria”  Ethnologie française 3″, 2009, pp. 425-433.

Tradotto da Mondo Aspie

09/12/2011  Jacqueline de Linares – Le Nouvel Observateur 

articolo originale qui:

http://tempsreel.nouvelobs.com/societe/20111209.OBS6415/autisme-feu-sur-la-psychanalyse.html

L’autismo non è una malattia ma una variante della specie umana


Mottron pero’ dovrebbe interpellare gli autistici e chiedergli se apprezzano il fatto di avere l’onore di essere considerati appartenenti alla comunità umana, che di umano ha ben poco considerato la nostra disumanizzazione e involuzione attuale.

Nell’articolo Laurent Mottron afferma che la scienza deve fare la sua parte per far sì che gli autistici siano considerati come membri della comunità umana.

Dobbiamo smettere di considerare la diversa struttura del cervello dei soggetti autistici come una carenza: infatti la ricerca ha dimostrato che molti soggetti autistici hanno qualità e capacità che possono superare quelle di persone “normali”, secondo un provocatorio articolo pubblicato ieri su Nature dal dottor Laurent Mottron dello University of Montreal’s Centre for Excellence in Pervasive Development Disorders. “I dati recenti e la mia esperienza personale suggeriscono che è il momento di cominciare a pensare all’ autismo come un vantaggio in certi ambiti, e non come a una croce da portare”, ha detto Mottron.

Il gruppo di ricerca di Mottron ha fortemente affermato le abilità e talvolta le superiorità degli autistici in più operazioni cognitive quali la percezione e il ragionamento. Il gruppo comprende diversi soggetti autistici, e uno di loro, Michelle Dawson, è un successo particolare. Dawson dà un grande contributo alla comprensione della condizione attraverso il suo lavoro e il suo giudizio. “Michelle ha sfidato la mia percezione scientifica di autismo,” ha spiegato Mottron. “E ‘sorprendente per me che per decenni gli scienziati abbiano stimato l’entità del ritardo mentale basato sulla somministrazione di test inappropriati, e sulla errata interpretazione dei punti di forza autistici”, ha aggiunto Mottron .

“Abbiamo coniato una parola per questo: normocentrismo, cioè il preconcetto che si ha per cui si se una persona è o fa qualcosa, è normale, e se invece se lo fanno gli autistici è anormale”, ha detto Mottron. Egli ha fatto notare che c’è una forte motivazione per questa percezione, in quanto è la retorica standard per il fund raising e per le domande di sovvenzione, ma ha anche un costo in termini di come gli autistici sono poi considerati nel sociale. “Mentre i finanziamenti statali e senza scopo di lucro sono importanti per far progredire la nostra comprensione della condizione, è eccezionale che questi strumenti siano utilizzati per lavorare verso obiettivi identificati dalla comunità autistica stessa”, ha detto Mottron, lamentando il fatto che i soggetti autistici finiscono a svolgere lavori ripetitivi, in posti di lavoro umili, nonostante la loro intelligenza e la loro attitudine a dare un contributo molto più significativo per la società. “La Dawson e altri individui autistici mi hanno convinto che, in molti casi, le persone con autismo hanno bisogno più che di qualsiasi opportunità, spesso di sostegno, ma raramente di una cura,” ha detto Mottron. “Come risultato, il mio laboratorio e altri ritengono che l’autismo debba essere descritto e studiato come una variante accettata all’interno della specie umana, non come un difetto che deve essere soppresso.”

Nell’articolo Laurent Mottron afferma che la scienza deve fare la sua parte per far sì che gli autistici siano considerati come membri della comunità umana. Il suo studio va più nel dettaglio riguardo alle abilità specifiche di alcuni individui autistici e fornisce una serie di esempi reali, offrendo alcuni spunti personali nella sua collaborazioni con Michelle Dawson.

http://gaianews.it/salute/perche-lautismo-non-e-una-malattia-ma-una-variante-della-specie-umana/id=14192

Ricerca inglese: Il comportamento transessuale spiegato attraverso l’autismo

Non sono d’accordo sul fatto che la transessualità venga considerata per la scienza una patologia psichiatrica !

Circa sei mesi fa, il 5 maggio 2011, i siti di divulgazione scientifica annunciavano la pubblicazione di uno studio finanziato dal Medical Research Council (MRC) e pubblicato sul “Journal of Autism and Developmental Disorders”.

Esso ha importanti implicazioni per capire meglio il cosiddetto “Gender Identity Disorder” (GID), ovvero la patologia di cui soffrono, secondo il “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” e “l’International Classification of Diseases”, le persone transessuali. Esso, come stabilisce questo lavoro del professor Simon Baron-Cohen, direttore dell’Autism Research Centre presso l’Università di Cambridge, deriverebbe da forme di autismo, presenti fin dalla giovinezza.

La transessualità è considerata dalla scienza una patologia psichiatrica, anche se è l’unica a non essere curata psichiatricamente perché i tentativi che si fecero negli anni ’60 (con metodi di anni ancora precedenti), non funzionarono. I ricercatori hanno stabilito che sopratutto i “Transmen” (femmine che pensano di essere maschi) mostrano un incremento di 11 volte di tratti autistici rispetto ai maschi tipici. «Noi ipotizziamo», scrivono i ricercatori, «che questo aumento del numero di tratti autistici abbia impedito di essere assimilati in un gruppo di coetanee femmine, facendo gravitare la persona verso i maschi. Questo può anche avere portato a difficoltà di socializzazione in un gruppo di femmine di pari età e una sensazione di maggiore appartenenza da un gruppo maschile, aumentando così la probabilità di Disturbo dell’identità di genere (GID)».

Ma anche per i “Transwomen” la situazione è migliore solo di poco: «all’interno del gruppo di 198 transwomen, ci sono stati 6 individui (cioè il 3%) con una diagnosi di autismo. Questo tasso è circa 3 volte di più che nella popolazione generale». Ma lo studio è concentrato sui “Transmen” e «in conclusione, questa ricerca fornisce la prova che i transmen hanno un elevato numero di tratti autistici», concludono gli scienziati, così che queste persone «credono di avere la mente di un ragazzo nel corpo di una ragazza».

Studio inglese: il comportamento transessuale spiegato con l’autismo?

Diagnosi autismo: Il super test-genetico è tre volte piu’ efficace

Un test genetico innovativo, ma poco usato, che mappa completamente il Dna umano potrebbe rivelarsi utile nella diagnosi dell`autismo. Lo sostengono i ricercatori del Children`s Hospital Boston in uno studio che apparirà sul prossimo numero di Pediatrics, nel quale sollecitano una maggiore diffusione dell`esame, chiamato analisi cromosomica mediante microarray (CMA), per aiutare le coppie che hanno un familiare affetto dalla disturbo o un figlio già malato.
Il test che mappa l`intero genoma per individuare le alterazioni del Dna colpevoli, come la cancellazione o duplicazione di micro-sequenze genetiche, secondo Bai-Lin Wu, uno degli autori dello studio, si è dimostrato più efficace di altri esami, come il test dell`X Fragile e la cariotipizzazione. I ricercatori affermano che grazie all`esame si potrebbero individuare il 5% di casi in più rispetto ad oggi. Lo studio ha considerato 933 pazienti con una diagnosi clinica accertata, verificando che l`esame mediante microarray (tecnologia che `traccia` il Dna grazie a un chip di silicio) ha scovato anomalie nel 7,3 dei soggetti, contro lo 0,46 dell`X fragile e il 2,23% della cariotipizzazione.
Le cause dell`autismo sono ancora, per la maggior parte, sconosciute, ma il legame con alcuni geni “malati” è ormai noto. Nel mondo, per il 15% dei soggetti la patologia, che compromette il normale sviluppo di molte funzioni cognitive, ha infatti una causa genetica conosciuta.

http://salute24.ilsole24ore.com/articles/6858-diagnosticare-lautismo-il-super-test-genetico-e-3-volte-piu-efficace

 

L’appello di Miriam, mamma indignata di un bambino autistico

Miriam è una donna indignata. Anzi, peggio, è una mamma indignata. “Mio figlio, il piccolo Christian, è affetto da autismo”, spiega. Ma non è questo il punto. “Io lo so che l’autismo porta i bambini ad essere violenti, autolesionisti, stereotipati. Il problema è che sono sempre arrabbiati perché non riescono a farsi capire. Ma c’è un modo per risolvere molti problemi. Guarire non si può, ma la nostra vita è cambiata da quanto seguiamo il metodo ABA”, spiega ad Affaritaliani.it. L’ABA è una sorta di “scuola” che i bambini possono frequentare per migliorare il loro comportamento. “Prima di conoscere questa terapia eravamo dentro un baratro”, dice Miriam.

Proprio per far conoscere la terapia ABA, e per chiedere un aiuto allo Stato, il 12 novembre era stato organizzato un convegno presso il Pirellone. Il convegno si intitolava: “Autismo, il ruolo e la responsabilità delle istituzioni tra visibilità e invisibilità”. In scaletta anche l’intervento di politici come Daniele Bosone, Sara Valmaggi, Paola Molteni, Pierfrancesco Majorino, Giulio Boscagli e Gianantonio Girelli.

Miriam è indignata proprio per lo svolgimento del convegno: “All’inizio è andato tutto bene la testimonianza delle mamme, l’intervento della Degli Espinosa dove spiega cosè l’ABA. Poi a metà convegno sono intervenuti questi politici uno dietro all’altro sembrava una gara tra di loro per chi avesse parole più belle e chi dovesse ricevere più applausi – denuncia – Il problema è che nessuno ha voluto affrontare la questione economica. Noi spendiamo 1800 euro per far fare 4 ore di scuola al piccolo Christian. Non ce la facciamo più. Ma questo non lo dice nessuno. Nessuno. Perchè questi politici non sono stati messi ad un confronto diretto con le mamme? Forse per paura di domande scomode? Hanno continuato a dire per tutto il tempo “dai muoviamoci altrimenti ci sbattono fuori”, che dovevamo lasciare libera la sala”.

Per questo Miriam ha deciso di scrivere un appello ad Affaritaliani.it. “Chiedo – e a questo punto pretendo – delle risposte concrete sul perchè non ci sono aiuti economici sul metodo educativo ABA, metodo mirato sull’autismo. Perché nessuno ci aiuta, visto che queste terapie servono a migliorare notevolmente la vita dei bambini e ragazzi autistici? Chiedo che ad ogni famiglia che adotta questo metodo vengano dati degli aiuti economici e individuali. Noi delle strutture non ce ne facciamo nulla, i nostri bimbi devono essere curati e seguiti nei loro ambienti naturali perchè è li che svolgeranno la loro vita, non in un centro di riabilitazione mentale”. La parola, adesso, passa ai politici.
18/11/2011 http://affaritaliani.libero.it/milano/l-appello-di-miriam-mamma-181111.html?refresh_ce

Vivere ed amare con l’autismo: una storia d’amore molto speciale

Abruzzo: assistenza giovani autistici, accuse da associazioni

L’AQUILA – “Nonostante il solenne impegno assunto all’unanimità dal Consiglio Regionale il 20 settembre scorso, quando con enfasi è stato annunciato alla stampa l’imminente varo di una Legge Regionale per l’accreditamento provvisorio delle strutture che erogano servizi essenziali assistenza LEA per bambini e ragazzi affetti da specifiche patologie (in particolare Centro Primavera di Scerne di Pineto, Centro Piccolo Principe di Pescara, e Fondazione Il Cireneo di Vasto, Lanciano e L’Aquila – strutture che seguono rispettivamente vittime di gravi abusi,  e persone con autismo), riscontriamo con grande preoccupazione che nessuna concreta iniziativa è stata ancora assunta dai competenti uffici della Regione”.

E’ quanto si legge in una nota a firma della fondazione “Il Cireneo Onlus per l’autismo” (Vasto, Vasto Marina, Lanciano e L’Aquila), e delle associazioni “Centro Primavera” (Scerne di Pineto, Teramo) e CEIS – Centro Piccolo Principe (Pescara).

“Al contrario, si sostiene da più parti che la volontà unanime del Consiglio Regionale non avrebbe di fatto alcun valore né vincolerebbe in alcun modo gli organi tecnici.  Un modo come un altro per rinviare ancora una volta la soluzione dei problemi e continuare a trasformare i giovani assistiti e le loro famiglie in strumenti di contrattazione politica”.

“Riteniamo che questo è semplicemente inaccettabile e che gli organi tecnici e politici devono oggi assumere fino in fondo le proprie responsabilità. Troppo facile chiudere oggi le porte dell’accreditamento provvisorio a strutture serie, certificate ed erogatrici di servizi reali a centinaia di persone, in attività per conto del Servizio sanitario regionale da almeno 15 anni, quando fino a ieri gli stessi uffici e gli stessi politici hanno consentito a strutture a dir poco fatiscenti di beneficiare della copertura del sistema sanitario regionale, aggravando i bilanci della sanità dell’Abruzzo e provocando le note vicende giudiziarie nella nostra regione fino al commissariamento”.

“Le centinaia di famiglie che si riconoscono nelle tre strutture firmatarie, sfiancate da decenni di assenza delle istituzioni e sostenute esclusivamente dalla propria capacità di auto organizzarsi nella tutela dei propri inalienabili diritti costituzionali, annunciano quindi una nuova mobilitazione perché gli impegni assunti dal Consiglio Regionale siano mantenuti, sottolinenando che nessuna energia sarà risparmiata e che ogni consigliere regionale, ogni membro della giunta regionale e ogni dirigente della regione dovrà personalmente rispondere del proprio operato di fronte all’opinione pubblica e negli uffici preposti”.

17 novembre 2011

http://www.abruzzoweb.it/contenuti/regione-assistenza-giovani-autistici-accuse-da-associazioni/40487-4/

Sfruttava la fidanzata con Sindrome di Asperger facendola prostituire

donna asperger sfruttataUna storia agghiacciante.

 Lui, 35enne residente a Parma, aveva convinto la ragazza 27enne a vendersi sulle strade “così avremo i soldi per sposarci”. I carabinieri però, notando i problemi della ragazza, hanno scoperto tutto e l’uomo è stato arrestato. Lei era costretta a vivere in una cantina

A volte “Leila”, la chiameremo così, dormiva persino nella cantina. Dopo una notte obbligata a prostituirsi nemmeno un letto le era concesso. La sua storia è di quelle agghiaccianti, da togliere il respiro. Ventisette anni, torinese, problemi di autismo. Leila soffre della sindrome di Asperger. Tempo fa conosce lui, 35anni, di origini sarde ma da anni residente a Parma in piazzale Novella dove vive insieme alla madre. Il “fidanzato” approffittando dei suoi problemi la sprona: “Dobbiamo trovare i soldi per poterci sposare…”. La obbliga a prostituirsi, a vendere il suo corpo sulla via Emilia. Lei obbedisce e da settembre di quest’anno comincia a “battere” sul marciapiede. Un cliente dopo l’altro, “devi guadagnare almeno 200 euro a notte” le diceva il ragazzo. E intanto lui si prendeva i soldi.
Ma quella ragazza, chiusa, con quei problemi “evidenti” dicono i carabinieri, non è sfuggita all’attenzione dei militari che hanno scavato sul suo passato e l’hanno ascoltata in caserma. Agli uomini dell’Arma la storia è apparsa chiara sin da subito: quell’uomo la stava sfruttando. Così è scattato il blitz e il 35enne è stato arrestato per induzione e sfruttamento della prostituzione oltre che circonvenzione di incapace.
Lei non è “capace completamente di intendere e di volere” mentre lui aveva pensato nei dettagli il suo piano.

LA CASA DELL’ORRORE Nella casa di lui in piazzale Novella sono stati trovati due bancomat cointestati: le faceva credere che il loro era un rapporto serio e alla pari ma intanto era lui a ritirare il denaro. Con parte dei soldi ci comprava i vestiti: abiti succinti, minimali, a dozzine sono stati trovati in quella casa dai carabinieri. Lei doveva indossarli per potersi vendere. E poi c’era la cantina: in quel “tugurio” la 27enne veniva spedita a dormire dalla madre di lui perchè “io quella non ce la voglio in casa” diceva la donna. Così la giovane era costretta a dormire su un mero materasso umido. Sempre nella abitazione i militari hanno trovato anche i cellulari dei due “fidanzati”. L’orco ora è in carcere con misura cautelare e la ragazza affidata ai servizi sociali.

(15 novembre 2011)

http://parma.repubblica.it/cronaca/2011/11/15/news/sfruttava_la_fidanzata_autistica_facendola_prostituire_sulla_via_emilia-25035832/

Autismo, in Italia casi decuplicati in 20 anni, un bambino ogni 200

(AGI) – Roma, 12 nov. – I casi di autismo sono sempre piu’ frequenti nel nostro paese: se venti anni fa la patologia colpiva un bambino ogni 2.000, oggi colpisce un bambino ogni 200, con i casi che quindi in due decenni sono addirittura decuplicati. Una crescita esponenziale di un disturbo, segnalano gli esperti, che ancora oggi viene troppo spesso diagnosticato in ritardo e affrontato con terapie non idonee.
  Eppure la possibilita’ di migliorare la qualita’ di vita di questi bambini autistici e delle loro famiglie dipende in maniera diretta dal tempismo con il quale si riesce ad effettuare una valutazione e, di conseguenza, dall’adozione di terapie mirate al singolo caso. “Un unico metodo non funziona per tutti”, osservano Federico Bianchi di Castelbianco e Magda Di Renzo, rispettivamente direttore e responsabile del servizio Terapia dell’Istituto di Ortofonologia che di fatto propongono due progetti distinti – uno relativo all’individuazione del disturbo, l’altro alla terapia – evidenziando che circa il 70% dei bambini in cura ha migliorato la propria diagnosi passando da una situazione di autismo ad una di spettro autistico, mentre il 24% e’ addirittura uscito dall’autismo a dimostrazione che questo disturbo e’ una gabbia da cui si puo’ anche uscire. Nate e promosse dall’IdO, le due iniziative, dal carattere “innovativo”, sono al centro del convegno scientifico dal tema “Autismo Infantile. La centralita’ della diagnosi precoce per un progetto terapeutico mirato”, presentato oggi al convegno ‘Direfuturo-Il Festival delle giovani idee’ e promosso dallo stesso Istituto, in collaborazione con la Fondazione Telecom Italia e la casa editrice Magi Edizioni. Il primo obiettivo raggiunto dall’istituto, e’ stato quello di distinguere all’interno della “disomogenea categoria dei bambini con disturbi autistici” due sottogruppi definiti con sintomatologia lieve e severa in base alla gravita’ dei punteggi ottenuti con le scale standardizzate: Autism diagnostic observation schedule Generic (Ados-G) e Childhood autism rating scale (Cars). Cio’ che e’ emerso in modo sorprendente e’ stata la presenza di intenzionalita’ nel sottogruppo con sintomatologia lieve, ovvero il fatto che esista la possibilita’ che il bambino possa comprendere le intenzioni dell’altro. Si tratta di una scoperta che ha messo “in discussione la ‘teoria della mente’ come spiegazione della maggior parte delle bizzarrie del bambino con autismo”, spiega Di Renzo nel sottolineare che “l’esperienza clinica ha evidenziato che lo sviluppo del bambino autistico segue le stesse linee di quello normodotato ma con tempi molto piu’ lenti”.

L’autismo puo’ essere un vantaggio, secondo una ricerca “aiuta la memoria”

MONTREAL – L’autismo può essere un vantaggio nella vita e i medici dovrebbero smettere di trattarlo come un handicap. E’ la sconvolgente tesi sostenuta dal dottor Laurent Mottron, docente di psichiatria all’Università di Montreal, in un articolo pubblicato ieri sulla rivista scientifica Nature.

Studi scientifici dimostrano che le persone autistiche non dovrebbero essere stigmatizzate per le loro condizioni ma dovrebbero veder riconosciute le loro abilità. Gli scienziati dell’università di Montreal sostengono che l’autismo può essere un vantaggio nel dare alle persone capacità visive e di memoria straordinarie. Le persone autistiche possono ricordare informazioni che hanno letto settimane prima e spesso superano gli altri nei test di intelligenza non verbale.

In un test approntato dal dottor Mottron, che richiedeva il completamento di un modello visivo, le persone affette da autismo hanno finito il 40 per cento più velocemente rispetto a quelli non autistici. “E’ tempo di iniziare a pensare all’autismo come un vantaggio in certi ambiti, non una croce da portare”, ha scritto il dottor Mottron.

Mottron ha detto che le attività insolite nel cervello delle persone con autismo dovrebbe essere viste come “prova sufficiente della loro alternativa organizzazione cerebrale”. Il dottor Mottron specifica di non voler sottovalutare i problemi legati all’autismo, aggiungendo: “Uno su 10 soggetti autistici non riesce a parlare, nove su 10 non hanno un lavoro regolare e quattro su cinque adulti autistici sono ancora dipendenti dai loro genitori. Ma le persone con autismo possono dare un contributo notevole per la società se messe in condizione di operare nel giusto ambiente”.

                                                                         

Molte persone affette da autismo lavorano nel laboratorio del dottor Mottron. Una ricercatrice, in particolare, Michelle Dawson, ha dato un contributo importante alla comprensione della condizione autistica. Secondo il dottor Mottron le disabilità intellettive possono essere sovrastimate tra le persone con autismo perché i ricercatori utilizzano test inappropriati. “Nel misurare l’intelligenza di una persona con problemi d’udito, non avremmo esitato a eliminare parti di test che non possono essere spiegati con il linguaggio dei segni, perché non dovremmo fare lo stesso per i soggetti autistici?”, ha detto.

“Non credo più che la disabilità intellettuale sia intrinseca all’autismo – ha aggiunto – per avere dati attendibili, gli scienziati dovrebbero usare solo i test che non richiedono alcuna spiegazione verbale”.

Di diverso avviso è Rajesh Kana, un professore assistente nel dipartimento di psicologia presso la University of Alabama a Birmingham. Kana ha avvertito che l’autismo dovrebbe essere ancora considerato come un disturbo: “Le persone con autismo hanno gravi problemi nella vita quotidiana e anche le persone con lieve autismo possono essere vittime di inganni, a causa della loro limitata capacità di capire quando qualcuno sta mentendo”. blitzquotidiano

Chocolate: Zen, una ragazzina autistica combatte senza paura

Un film dedicato ai “bambini speciali”, a tutti quei bimbi che possono essere visti come un problema e che, sorprendentemente, possono celare grandi abilità ma soprattutto essere capaci di infinito amore.E’ così che viene presentato “Chocolate”, un film thailandese in cui una ragazza autistica scopre di avere un’autentica passione per le arti marziali e diventa un’invincibile guerriera, pronta a lottare con le unghie e coi denti per recuperare i soldi necessari a curare la madre, malata di tumore, arrivando a sfidare la yakuza giapponese.

Ritorno sulle scene del talentuoso Pinkaew dopo la (parziale) rottura artistica con Tony Jaa, star tailandese di arti marziali già diretto nei celebri Ong-Bak e The Protector.In Chocolate una ragazzina autistica di nome Zen, è alla ricerca di soldi per pagare le cure alla madre malata di cancro, la quale è a sua volta inseguita da una gang di criminali assetati di vendetta.Un esile pretesto si fa metafora dei disagi sociali di un’intera società: incredibile constatare come, finalmente, sia la trama di fondo a dare spessore ai personaggi e alle situazioni, senza farsi debole pretesto riempitivo tra un combattimento e il successivo. Come paradossalmente avveniva nell’iperpop Spiderman di Sam Raimi, le sequenze narrativamente preparatorie ai futuri confronti con personaggi e situazioni ostili diventano il fulcro stesso dell’opera, quasi a voler sottolineare spavaldamente la profonda differenza prospettica (leggasi autorialità cinematografica) del regista in questione. Non si lesina in autoironia e citazioni cult (la fabbrica di ghiaccio de Il furore della Cina colpisce ancora di Lo Wei, protagonista l’immenso Bruce Lee), ma senza che il risultato finale si trasformi nella baracconata action tanto gradita dall’audience Americana. Sorprendente lo scontro finale, con un antagonista che rielabora senza compromessi l’estetica maudit Europea frammentandola nell’illusoria immortalità di icone horror come Michael Meyers o Jason Vorhees.Pur se imperfetto e poco incisivo dal punto di vista coreografico, Chocolate rappresenta indubbiamente un importante passo avanti della cinematografia tailandese, progressivamente sempre più prossima ad un agognato equilibrio contenutistico, attoriale e narrativo di impareggiabile splendore.
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